Che cosa è il sindaco? Secondo il vocabolario è «il capo ...
Lo sta facendo Alemanno? E come lo sta facendo? Certo, è difficile esprimere un giudizio sul primo cittadino dopo appena 140 giorni di governo. Resta intatta la sensazione che Alemanno sia un uomo di straordinarie capacità, ha fatto (e bene) il ministro per cinque anni, è uno dei massimi dirigenti del centrodestra italiano. Ciò nonostante c'è la sensazione che alcuni servizi fondamentali della città stentino a decollare. Perché? Alemanno ha dato a volte l'impressione di occuparsi più dei grandi scenari della politica nazionale (addirittura in alcuni casi della storia) e meno, almeno nelle dichiarazioni, delle questioni della città. D'altro canto un primo segnale lo si era avuto già nel discorso di insediamento pronunciato il 26 maggio, quando il primo cittadino spiegò di voler avviare una «rivoluzione conservatrice» con l'intenzione di intitolare strade a Craxi, Almirante, Berlinguer e Fanfani. Eppure, il sindaco lavora. Egli stesso ha confessato di non aver mai faticato tanto. Ma le emergenze sono grandi. E la città? Certamente la città è ancora governata in larga parte dalla struttura voluta e disegnata dal centrosinistra. Negli assessorati e nelle aziende pubbliche. In ogni caso la città fa fatica a migliorare. È sporca. In alcuni tratti non è azzardato paragonarla a Napoli. Tanto in centro quanto in periferia. Sul lungotevere all'altezza di Testaccio, l'area non pavimentata è una discarica a cielo aperto. Pezzi di lavatrici, sacchetti della monnezza, brandelli di armadi. Per non parlare della periferia dove ci sono aree lungo via della Bufalotta abbandonate e dimenticate, autentici letamai sotto il cielo. Fontana di Trevi offre lo spettacolo di ambulanti che vendono borse e occhiali falsi su lenzuoli come accade al suk di Tunisi ma come nessuno si sognerebbe di fare nei pressi del Louvre o davanti alla New Tate Gallery. Eppure anche Roma è una capitale europea. I vigili provano a fare del loro meglio (e neanche tutti), ma i loro interventi sortiscono effetti solo per pochi minuti. Buona parte del Pdl alla guida della città non ha ancora compreso qual è la differenza tra l'opposizione e il governo. Poche idee arrivano al sindaco. E spesso confuse. Invece ci vorrebbe uno sforzo ben più ampio da parte di molti, cercando di elaborare un piano strategico per la città che abbia il respiro di Roma Capitale. A tratti l'azione della giunta è parsa volta alla vendetta politica, a cancellare ciò che era stato fatto dalle precedenti amministrazioni. Via l'Ara Pacis, no al parcheggio del Pincio. Basta asfaltare, meglio rimettere i sampietrini a via Nazionale nonostante transitino 1208 autobus al giorno. Via il nuovo stadio al Foro Italico, addio alla città dello sport. Bloccate le assegnazioni delle case popolari per rivedere i criteri. Bloccati i pagamenti per il buco nei conti comunali. Ora, la situazione ereditata è pesante. Devastante. Macerie ovunque, quindici anni di malgoverno. Sette miliardi di debito, altri due per i mutui, una parte indefinita per la finanza derivata. Sarebbe bastato ad abbattere chiunque. Alemanno no, è andato avanti. È il sindaco più forte nei confronti del governo nazionale che si ricordi. Ha ottenuto 500 milioni a fondo perduto in un periodo in cui i sindaci vedono solo tagli. Con il federalismo fiscale ha fatto jackpot al Superenalotto, anche se incasserà più avanti, quando il provvedimento sarà approvato. Ha il sostegno di Berlusconi e riesce ad incidere sull'agenda politica come nessuno. Però alcune grandi scelte sono arrivate sull'onda di spinte nazionali: l'ordinanza sulla prostituzione ha anticipato il provvedimento scritto dalla Carfagna. E sulla sicurezza la vera svolta la stanno imponendo i militari inviati dal governo. Passi per la discontinuità con il passato. È stato votato per essere il sindaco del fare. Non del cancellare ciò che ha trovato. È il sindaco del cambiamento non un novello Catone il censore. Però ha cancellato la Notte Bianca, che riproposta dai Municipi ha avuto un successo oltre il prevedibile. Ieri una voragine a Corso Marconi ha mandato in tilt la zona ovest, la Cristoforo Colombo era un tappeto di auto, la Nomentana un inferno. Accadeva anche prima. Ma quali sono oggi le soluzioni? S'attardano ad emergere, anche perché sono difficili da trovare. La luna di miele continua, c'è anche chi pensa che la città sia cresciuta laddove il nuovo sindaco non è ancora intervenuto. Ma forse non basta. L'assessore all'Ambiente ha annunciato niente più targhe alterne e niente più domeniche a piedi. E qual è l'alternativa? -I pic nic a Villa Ada? Qual è la politica ambientale? Quali sono le soluzioni che si stanno studiando per rendere più respirabile l'aria cittadina? E' un tema delicato, che naturalmente non può risolvere il sindaco da solo. Ma è questione aperta. Veltroni aveva individuato la mission della città, una grande capitale del «cazzeggio» mondiale, del divertimento, dell'entertainment. Era riuscito ad assicurare una festa del cinema, un'estate romana esagerata, un grande concerto gratis all'anno. Era un governo della città spesso all'insegno dell'effimero: «Niente sostanza», dicevano i critici. Oggi però ancora manca l'alternativa: senza «panem», vanno sparendo pure i «circenses». Esilarante è la vicenda delle strisce blu. Cancellate per effetto di una sentenza sono state reintrodotte in forma cervellotica, comunicata male, in modo contraddittorio. E le scene di automobilisti con le mani nei capelli davanti ai parcometri non sorprendono più nessuno. Le buche, le maledettissime buche fonte di imprecazione dei motociclisti nei confronti di Veltroni e Rutelli sono ancora lì, come monumenti postmoderni del calvario quotidiano. Serve un cambio di passo. Che solo un uomo può dare: Gianni Alemanno, perché è il sindaco. Non ha l'obbligo di dichiarare tutti i giorni su tutto. Il sindaco di Parigi anni fa s'impose di parlare una volta a settimana. Non sono i titoli di un giorno a far passare un amministratore alla storia. Piuttosto Alemanno riparta dal suo programma. Dal piano casa, dal piano strategico per la mobilità, il rilancio delle periferie. Riparta da quello che ha detto. Faccia quello che ha promesso. Lasci perdere il fascismo e l'antifascismo. Faccia l'amministratore. Che significa fare anche le piccole cose. Riqualificare i playground nelle zone verdi, mettere un libro a disposizione dei bambini, aiutare gli anziani, avviare la raccolta differenziata fin dalle scuole materne. Si passa alla storia per le grandi cose, anche quelle a cui nessuno pensa. Togliere un carcere di Regina Coeli dal centro cittadino, riqualificare un'area, portare le metropolitane a quindici chilometri fuori dal Raccordo anulare. Si liberi di chi lo intralcia. Insomma, faccia il sindaco. La città, tutto sommato, è con lui.