Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

«La ripresa ripartirà dalle piccole imprese»

default_image

  • a
  • a
  • a

Ma nei momenti di crisi la piccola e media impresa può diventare una risorsa perchè è il punto di forza su cui costruire la ripresa sia dal punto di vista dell'occupazione che degli investimenti». È ottimista il vicepresidente della Confindustria Lazio, Giuseppe Gori. «Il sistema imprenditoriale laziale è robusto ed è in grado di risalire la china. Dalla piccola e media impresa specialmente possono venire le risposte più veloci, perchè più flessibile». Un problema semmai, secondo Gori, potrebbe venire dalla difficoltà di acesso al credito. «Se le piccole e medie imprese sono costrette a far ricorso con frequenza ai prestiti bancari è perchè il flusso finanziario dei contratti con i clienti, specie la pubblica amministrazione, è lento». Il che significa che lo Stato paga in ritardo. La soluzione? «Più corretteza dell'amministrazione pubblica che dovrebbe rispettare la tempistica dei pagamenti. Poi per rilanciare l'economia bisognerebbe rimettere in moto il sistema delle opere pubbliche». Ilpresidente della Confartigianato Giorgio Guerrini teme che la crisi sui mercati finanziari aggravi la debolezza economica del lazio e sia un'occasione in più per le banche per stringere i rubinetti dell'accesso al credito. «E a farne le spese sarebbero soprattutto le piccole e medie imprese». Un allarme che vale per quelle regioni il cui tessuto industriale è costituito a maggioranza da aziende di piccole e medie dimensioni. «Se il sistema delle banche si concentrerà a sostegno delle imprese sarà possibile accelerare l'uscita dalla crescita zero» afferma il direttore generale della Confindustria Maurizio Beretta che indica come questa possa essere un'occasione per la finanza per «rendere possibile lo sviluppo di attività industriali». Guerrini spiega che nel Lazio e nella provincia di Roma, «dove c'è una forte incidenza del terziario e dei servizi, lo sforzo da fare è quello di disboscare la burocrazia dai lacci e lacciuoli e ridurre i costi per le imprese». Il presidente della Confartigianato mette in guardia dal rischio che la risposta delle banche alla crisi finnziaria internazionale sia «una stretta del credito». La conseguenza sarebbe «un maggior costo del denaro e una minore dinamicità del sistema imprendtoriale. Ma soprattutto occorre che le amministrazioni locali trasferiscano alle imprese ottimismo e fiducia nella capacità di reagire alal crisi investendo e non chiudendosi a riccio». Per questo, secondo Guerrini, «è necessario un sistema del credito flessibile in grado di assecondare e aiutare lo sviluppo delle imprese». Quanto alla flessione della crescita nel Lazio, la valutazione di Guerrini è che «la regione ha risentito in modo profondo della crisi internazionale che ha bloccato lo slancio dei mesi precedenti». Lo sforzo da fare in questo momento, suggerisce, «è di aprire i mercati protetti che sono quelli dei servizi pubblici locali e dell'energia». L'economista Francesco Forte attribuisce all'eccessiva rigidità del mercato del lavoro, la difficoltà del lazio di reagire alla crisi economica generale.

Dai blog