Fabrizio dell'Orefice f.dellorefice@iltempo.it S'è ...
E non c'è dubbio che a leggere i dati che vengono diffusi dai suoi colleghi e che, sostanzialmente, coincidono con il trend disegnato dalle sue indagini, ora gongola. Dottoressa, come spiega questi dati così alti nei sondaggi per premier e governo? «Sta lavorando. Il punto è questo. Gli italiani percepiscono che il premier è all'opera e che anche tutta la squadra sta lavorando intensamente, sta facendo. Brunetta, Gelmini, Alfano, Maroni e anche Sacconi, che pure è impegnato in una delicata trattativa come quella di Alitalia con tutte le polemiche che ne seguono. Eppure gli italiani avvertono che stanno lavorando. E questa è sicuramente una svolta». Una svolta rispetto al governo precedente? «Sicuramente. Il fatto di affrontare la questione rifiuti, di andare a Napoli, di affondare le mani nel problema e risolverlo sono state tutte azioni che hanno convinto gli italiani. Tutte situazioni che hanno mobilitato la gente. Il fatto di andare sul pezzo ha dato una cifra diversa del governo». Scusi, ma Berlusconi è la terza volta che governa. Perché oggi c'è questo fenomeno, a tratti finanche imbarazzante, da «santo subito»? «Perché imbarazzante?». Be', ha visto la Vezzali. Anche lei dopo una lunga serie di elogi da insospettabili... «Sì, ho sentito molto commenti sulla Vezzali oggi da amici e colleghi. Imbarazzante mi sembra esagerato». Era Berlusconi a sentirsi imbarazzato. «Non bisogna stupirsi. Il governo sta lavorando bene, i risultati si vedono o comunque si vede il lavoro e dunque si è più sereni sul futuro. Si chiama consenso, non si meravigli». Non si può dire che Berlusconi sia sempre stato amato... «Stavolta è diverso. Stavolta ha i numeri. Ha i numeri e non ha alleati scomodi. Ricorda tutte le discussioni prima di decidere? E anche dopo aver deciso? Ebbene, avevamo un effetto devastante. Stavolta non è così. Si decide e basta. Si risolvono i problemi. Pensi alla burocrazia. Ogni italiano ne ha a che fare tutti i giorni. Ebbene, la sterzata imposta da Brunetta è stata decisiva». In questi quattro mesi di governo, il consenso è sceso solo in occasione delle polemiche sulla giustizia? «Il consenso può scendere su qualunque tema. La giustizia, la crisi economica, la politica estera». E quali sono i ministri che vanno peggio e che cosa consiglia loro? «Non facciamo confusione. Un conto è la popolarità e un conto è il consenso. È chiaro che ci sono stati ministri che hanno avuto una grande esposizione i cui effetti si potrebbero riversare sul consenso. Ma ci sono altri ministri che invece fanno in silenzio un lavoro fondamentale». A chi sta pensando? «Penso a Elio Vito. O Raffaele Fitto. Si vedono poco ma le grandi riforme si devono a loro».