Draghi: «La più grave crisi della storia»

Si tratta di «una delle crisi più gravi della storia» ha spiegato il numero uno di Palazzo Koch che ha però subito precisato che almeno per ora per il sistema bancario italiano, dopo la bancarotta di Lehman Brothers «i rischi sembrano limitati». L'occasione per fare il punto sulla crisi dopo le 24 ore più tragiche passate dal sistema finanziario internazionale è stato l'evento organizzato dalla Bundesbank a Berlino. Se lo schiaffo dato alle Borse mondiali è stato molto pesante attualmente, le banche dell'area Euro sono riuscite a creare un argine contro la tempesta. Gli istituti europei hanno infatti capitale sufficiente per resistere alla crisi ma se questa dovesse diventare sistemica, per Draghi sarebbe allora necessaria una «risposta internazionale coordinata». Insomma nessuno può pensare di agire autonomamente in un contesto economico ormai legato da relazioni così strette. Si aprono certo una serie di sfide sostanziali: ripristinare la stabilità dei prezzi per sostenere la crescita, e assicurare che gli aggiustamenti avvengano in modo ordinato sia nei bilanci delle banche e delle famiglie, sia negli squilibri macroeconomici interni ed esterni. A tal fine - secondo il Governatore - saranno necessari interventi sul fronte monetario, fiscale e regolamentare». Per ora «la situazione del capitale dell'insieme delle banche dell'area dell'euro rimane solida». La crisi attuale «non è diversa dalle altre, costituisce l'occasione per rafforzare la struttura dell'industria dei servizi finanziari». Draghi ha lodato l'azione della Banca Centrale in un momento di tensione sui mercati finanziari. La Bce «non è rimasta passiva. Ha usato i mezzi a sua disposizione», mantenendo saldo il principio «cruciale» della separazione tra politica di immissione di liquidità e gestione della politica monetaria, che è particolarmente importante in questi frangenti. «Solo assicurando un ritorno alla stabilità dei prezzi in tempi ragionevoli - ha rilevato il Governatore di Bankitalia - potremmo controllare le aspettative inflazionistiche, ridurre l'incertezza e i premi al rischio, sostenere nel lungo termine il potere finanziario e d'acquisto, rafforzando così le prospettive per un'attività reale e per la stabilità finanziaria» Ben più arduo il compito che ora spetta alle banche che hanno raccolto una quantità significativa di capitale per compensare parzialmente svalutazioni e perdite su crediti; ma si stanno ora muovendo verso una fase in cui le perdite su crediti inizieranno ad aumentare. Inoltre, le banche stanno entrando in questa fase con bilanci indeboliti. Per questo ha concluso Draghi «Stimiamo che le banche dovranno probabilmente raccogliere almeno un'altra volta l'ammontare di capitale già raccolto dall'inizio della crisi».