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La Lehman Brothers va a picco Ma affonda anche l'America

Impiegati della Lehman Brothers

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Le enormi ricchezza accumulate con la finanza creativa legata ai subprime e ai derivati sono, d'ora in poi, un ricordo del passato. Il motore che ha trascinato la crescita degli Usa negli ultimi anni si è spento. Niente più leverage, e cioè operazioni finanziate con debiti e garantite da altri debiti. La speculazione, il combustibile che aveva garantito la tenuta del sistema è finito e cascata come un castello di carte. Le lancette della politica economica, però, erano già tornate indietro le settimane scorse con la nazionalizzazione delle due agenzie semigovernative Fannie Mae e Freddie Mac. Un'inversione a 180 gradi rispetto a quanto propugnato per anni dai cultori del libero mercato. Il prezzo lo cominceranno a pagare, da oggi, per primi i top manager che negli anni d'oro hanno accettato retribuzioni metà in cash e metà sotto forma di azioni delle banche per cui lavoravano. Manager che avevano accumulato bottini da 10-12 milioni di dollari ieri hanno perso il 90% delle cifre potenziali. Una condanna per dirigenti senza scrupoli è ora scottati dalla legge del contrappasso. E se gli effetti diretti del crollo, non solo della banca ma anche della fiducia degli operatori e dei risparmiatori, sono già evidenti gli effetti indiretti non tarderanno ad arrivare. Le più colpite saranno le città che vivono di finanza e cioè New York e Londra. Ma il flusso di denaro che veniva lì generato non si sposterà più verso i lidi finora battuti. Niente soldi ma anche minori rischi da prendere. E dunque stop a investimenti in zone esotiche e riposizionamento in paesi del G8, meno remunerativi ma anche più sicuri. Il primo termometro della crisi sarà il Natale. Una data in cui in America e Inghilterra si misura il polso dell'economia. Ebbene da ieri le catene di distribuzione come la Saks hanno cominciato a inviare segnali di nervosismo sul fatturato di fine anno. Game is over. Ma non tutto è perduto. Il sistema americano è affondato ma gli analisti che lavorano sul lungo termine sono ottimisti. Sarà una legge dura ma ora comincia la selezione darwiniana tra i gli operatori. Resteranno solo i più abili a costruire un nuovo asse di sviluppo. E anche se è ancora presto per definirlo qualcosa si è già messo in moto. Il tracollo della Lehman è stato accelerato dalla riluttanza del governo americano ad adottare interventi di salvataggio simili a quelli messi in campo, solo qualche settimana fa, per Fannie Mae e Freedie Mac. Il niet del Tesoro americano ha scoraggiato gli investitori privati che si erano fatti sotto per rilevare le attività di Lehman. Ma la Bank of America ha dirottato la sua liquidità verso l'omologa Merril Lynch per la quale mancherebbe solo la firma su un assegno da 44 miliardi di dollari. Si riparte salvando il salvabile, dunque. Dopo internet, l'immobiliare e i derivati qualcosa ci sarà pure per far ripartire l'economia americana. Meglio prepararsi. Intanto si contano le perdite e si spera. Per ora a poco sono servite le rassicurazioni del presidente americano George W. Bush: «I nostri mercati finanziari sono flessibili e robusti e possono adattarsi a questi aggiustamenti». Gli hanno creduto in pochi.

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