Bonaiuti: "Colpa di Walter se il dialogo non va avanti"
Non solo. Qualcuno dovrebbe ricordare a Veltroni che 67 italiani su cento, secondo i sondaggi, hanno fiducia in Berlusconi». Se è per questo Veltroni ha anche invitato i giovani a non seguire i sondaggi... «I sondaggi non sono il verbo ma fanno parte della dialettica politica. E poi tutti li commissionano e vengono usati da noi come dal Pd». Parlate di dialogo con la stessa frequenza con cui litigate. Che possibilità reali ci sono di un confronto costruttivo sulle riforme e sui nodi cruciali del Paese? «Noi da sempre siamo aperti, favorevoli, disponibili al dialogo. Purtroppo abbiamo visto che Veltroni si è messo a inseguire Di Pietro e i suoi ultras del giustizialismo e in questo modo ha interrotto ogni colloquio con noi. È quindi sordo alle richieste del Paese che vuole il dialogo tra maggiornza e opposizione». Ma come fate a parlare se vi beccate su tutto? «Basta che Veltroni abbandoni questa sua passione estiva per le tesi di Di Pietro e la situazione senz'altro migliorerà. Per dialogare bisogna essere in due e quindi lo deve volere anche quella sinistra che si definisce riformista». La discussione su fascismo e antifascismo non è superata dalla storia? «Noi del Pdl pensiamo all'Italia di oggi e di domani. Temo che in questa fase la sinistra sia molto staccata dai problemi reali della gente e stia perdendosi in discussioni intellettuali, molto metafisiche, molto politiche ma poco avvertite dalle persone. Faccio un esempio. È stato un governo di sinistra, quello Prodi, a mettere pesantemente le mani nelle tasche dei cittadini». Se è per questo sono in molti a temere che con il federalismo le mani del governo torneranno nelle tasche degli italiani... «Siamo di fronte ai soliti tentativi di disinformazione della sinistra e questo è un esempio classico di come l'opposizione stia seguendo vecchi schemi. Invece di aprire un dialogo sulle opportunità che offre il federalismo, si limitano a parlarne male. Ma come si può dialogare con chi dice sempre no a tutto e a tutti». Il no più grande il Pd lo dice sulla riforma della giustizia. Come la mettete? «La necessità di riequilibrare la situazione tra magistratura e società civile non l'abbiamo sostenuta solo noi del Pdl ma anche tutta una serie di commentatori in questi ultimi tempi. Penso a una serie di articoli che dicono come sia necessario bilanciare i poteri della società civile con quelli di una parte della magistratura. Sempre per restare in sintonia con la gente c'è il problema di una giustizia più veloce, più snella. Di qui la necessità di una riforma. Io mi proclamo ancora socialista e vengo dalla sinistra e non capisco perchè il Pd si debba sottrarre a un dibattito. Ho letto le dichiarazioni di Violante che prefigurano un'apertura. Quando dice che non si può lasciare a un certo numero di pm la scelta dell'iniziativa penale, dice qualcosa di molto interessante e che apre un dibattito».