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Plauso alla Cai, AirFrance era scappata per molto meno

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Di fronte al susseguirsi di tavoli di confronto diventa sempre più scialba l'obiezione di chi ora ridacchia e si chiede perché mai si sia abbandonata la facile strada dell'Air France. I fatti di queste ore dimostrano con totale chiarezza (e per non accorgersene bisogna essere dotati di una straordinaria capacità di sovvertimento della realtà) che in nessuno dei (mezzi) tentativi precedenti ci si era mai neppure avvicinati alla vera polpa del problema. La Air France si è fermata, ricordiamolo, dopo un primo, gentilissimo, sussurrato, «no» sindacale. Cosa avrebbe fatto dopo gli schiaffoni che stanno volando in questi giorni? Come avrebbe reagito il freddo Jean-Cyril Spinetta alla tattica defatigante delle nove e più sigle sindacali del trasporto aereo? E alle contemporanee pressioni politiche e alle voci maligne fatte circolare ad arte su possibili altri imprenditori pronti a entrare nella partita rimettendo tutto da capo? I francesi scapparono per molto, molto, meno. Gli altri neanche si fecero vedere. In queste ore invece stiamo assistendo al primo tentativo vero di incidere nelle modalità di gestione di un'azienda che da anni era votata all'inefficienza. Senza percorrere scorciatoie però, perché con i licenziamenti spietati e i contratti di lavoro scritti e dettati dai capi azienda, come si dice a Roma «sono buoni tutti» a risanare una società. La difficoltà, e il lavoro serio, invece, stanno nella ricerca di un accordo orientato all'efficienza ma condiviso al più alto grado possibile. E questa, lo ripetiamo, è la prima volta che succede una cosa del genere in Alitalia. È la prima volta che si toccano alcune situazioni non di privilegio (sarebbe stupido definirle così) ma di eccezionalità che non possono permettere di sviluppare il trasporto aereo nella nuova condizione concorrenziale mondiale. Finora si scrivevano dei fantastici piani (pagandoli anche salati ai consulenti), si faccia un po' la faccia cattiva nelle dichiarazioni per i giornali e per tenere tranquilli gli investitori, e poi dei reali rapporti interni all'azienda non si toccava niente. Le ore attorno al tavolo di questa notte posso anche non produrre niente, ovvero terminare con un rifiuto o come è più probabile con un accordo limitato ad alcune sigle sindacali. Ma rappresentano il primo tentativo di sporcarsi davvero le mani con una vertenza difficilissima. L'ironia verso chi si sta impegnando così a fondo è stupida e fuori luogo.

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