«Nemico chi è contro il federalismo»
Il leader del Carroccio si è fatto attendere sul palco di Venezia, d'altra parte ai suoi assiepati su Riva degli Schiavoni nonostante la pioggia, portava in regalo un passo avanti per il federalismo fiscale. Ringraziati i suoi, presenti nonostante il freddo e la pioggia a tratti imperiosa, Bossi è partito in quarta. «È passato il federalismo in consiglio dei ministri - ha detto - e adesso arriva in commissione dove si litiga molto, poi andrà in aula, dove si fa finta di non litigare perchè lì la gente lo vedrebbe. Ma sarà evidente a tutti e tutti la scopriranno l'anima gentile del federalismo». «Certo - ha proseguito - sarà anche il momento in cui vedremo chi è davvero amico del federalismo e chi no. E i nemici lo saranno per sempre». E dopo una breve parentesi di ricordi - «qui siamo venuti il 15 settembre del '96 per lanciare il progetto dell' indipendenza, ma dovremo tornare dall'anno prossimo in primavera perchè questa sia una festa di primavera» - Bossi ha detto che «il federalismo fiscale cerca di mettere a posto il problema dello Stato italiano che non ha una lira per pagare le pensioni e per mettere a posto le strade. Tutto questo perchè le regioni sbattono via i soldi». Secondo il ministro delle Riforme, «dare tanti soldi non serve a far crescere le regioni che sprecano, anzi serve ad anestetizzare la classe politica di quelle regioni. E allora occorre obbligare i politici a fare le scelte giuste e a non buttare i soldi, i soldi mica crescono sugli alberi al Nord, teste di c... di Roma ladrona. Va bene aiuti a chi ne ha bisogno ma non più sulla spesa storica». Poi l'apertura al futuro: «Certo ci sono ancora molti che sperano che si torni alla prima Repubblica ma il Paese ha bisogno di futuro e quindi di federalismo fiscale». Prima di lui avevano preso la parola anche i ministri leghisti e in particolare il responsabile del Viminale Roberto Maroni, che aveva esordito con un «Padania libera» e ribadito il no della Lega al voto agli immigrati e la inflessibilità del Carroccio sui temi della sicurezza; E, nel giorno in cui a Lampedusa arrivano altri 341 extracomunitari, denuncia: «La Libia non rispetta gli accordi sull'immigrazione. Continua a lasciar partire clandestini a centinaia». Roberto Calderoli, invece, si è definito «un mulo», spiegando «me lo dicono perchè lavoro come una bestia, e tiro anche calci». Ma Calderoli ha battuto soprattutto sul tema del federalismo, sottolineando che a suo parere federalismo fiscale e costituzionale nel 2009 potranno camminare insieme e arrivare insieme in porto. Poi, la chiusura di Bossi con il rito dell'acqua del Po, del Tagliamento e del Piave versati in Laguna e la frase finale: «Siamo partiti come due gocce d'acqua e siamo diventati come il fiume Po, tutti sanno che quando io parlo dietro di me ci sono milioni di persone e se bocciassero il federalismo sarebbe bocciare milioni di cittadini».