Di Pietro sfida il Pd: «I suoi dirigenti non fanno opposizione»
Lo schieramento alternativo a Silvio Berlusconi, avrà, forse, un giorno un partito unico: mai più, però, annessioni e fusioni a freddo. E per sempre, comunque, con le «mani pulite». È questo l'itinerario tracciato dall'ex pm nel terzo incontro nazionale dell'Idv, in quella che è stata una festa tra le mura domestiche. Un anno fa Romano Prodi, da premier, aveva onorato il palco di Vasto, seguito da ministri e uomini politici di entrambi gli schieramenti. Quest'anno, l'unico ospite esterno è stato Piero Marrazzo, governatore democratico del Lazio. Il duello ingaggiato da Di Pietro con Walter Veltroni e il Pd, si svolge su più fronti. Il leader dell'Italia dei Valori non dimentica nessun tema. Il primo errore dei democratici, secondo l'ex ministro, è stato quello di «spaccare la piazza». «Noi siamo persone serie e il 25 ottobre saremo in piazza San Giovanni con i nostri banchetti - ha detto Di Pietro - per la raccolta delle firme per il referendum contro il lodo Alfano. Porteremo le nostre bandiere perchè condividiamo quella manifestazione contro Berlusconi. Ma la stessa cosa non hanno fatto loro a piazza Navona, quando abbiamo annunciato il referendum per abolire le norme salva-premier. Non hanno capito che il popolo del Pd è il nostro popolo». Di qui parte all'attacco della politica dei vertici del Pd. «I dirigenti del Pd devono ammettere che non si può fare l'opposizione un giorno sì e un giorno no, perchè così il centrosinistra perderà sempre le elezioni». Il leader dell'Idv ha lanciato però un'altra sfida più immediata nei confronti di Veltroni nel teatro elettorale abruzzese. Qui Di Pietro ha schierato, come candidato a fare il governatore, Carlo Costantini. E lo ha fatto con un atto unilaterale, senza sconti e senza trattative. «Il popolo del Pd - ha detto alla platea - voti il nostro candidato. E i dirigenti democratici appoggino la nostra scelta». Di Pietro è convinto, infatti, che sia necessario dare un segnale di inversione di marcia e moralizzare la vita amministrativa. A suo avviso, Costantini è l'uomo dell'inversione di marcia, che il Pd deve accettare «dopo la catastrofe giudiziaria della giunta guidata da Ottaviano Del Turco». Un'altra sfida al Pd, giudicato «troppo moderato anche nei confronti di Berlusconi», Di Pietro l'ha lanciata sull'Alitalia. L'Idv denuncerà il premier alla Corte dei Conti e chiederà il danno erariale: «Berlusconi ha fatto credere di avere una soluzione in mano, invece ha creato una catastrofe per favorire i suoi soliti amici».