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Potrebbe sembrare una battuta infelice, ma nei giorni in ...

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La sintesi della posizione tenuta dal Pd è ben espressa da Massimo D'Alema che, a margine della festa dell'Udc, commenta: «È un'operazione costruita malamente fin dall'inizio. Poi noi rispettiamo l'autonomia dei sindacati e delle forze sociali e le loro decisioni». Come a dire: il nostro compito è quello di criticare il governo, ai lavoratori e al resto ci pensino gli altri. Ed infatti il segretario dei Democratici Walter Veltroni non riesce a dire nulla di più che un blando: «Il governo è allo sbando». Alitalia, incalza, «una delle più grandi realtà industriali e occupazionali, sta andando all'aria». La colpa? Del governo, che «non ha fatto - sottolinea - quello che doveva fare. Cioè scegliere la strategia, un'alleanza. Si è andati allo sbando in maniera dilettantesca». In ogni caso i Democratici restano convinti che l'unica strada alternativa alla privatizzazione in salsa italiana non sia il fallimento della compagnia. Si potrebbe «vedere se ci sono altri gruppi interessati» rilancia Veltroni. Ma l'ipotesi, per ora, non sembra essere sul tavolo. Anche perché il Piano Fenice è, politicamente, uno dei fiori all'occhiello di Silvio Berlusconi e il dissolversi della cordata italiana e della Nuova Alitalia sarebbe quindi un duro colpo da dover digerire. Così, mentre nel governo prevale ancora una certa fiducia, l'opposizione continua ad attaccare. Il ministro Scajola «sta suonando una campana molto negativa» accusa il ministro ombra dell'Economia Pierluigi Bersani. «Mi dicono - esordisce - che nessuno mi ha mai visto così arrabbiato come in queste ore; confermo, perché ci dovrebbe essere qualcuno che non dorme di notte» ma evidentemente non è così. Con il governo Prodi, sottolinea, «eravamo ad un passo da una soluzione seria, anzi, eravamo a meno di un passo perché la bandiera si poteva difendere anche in un altro modo, magari con un piccolo investimento in un grande gruppo europeo per essere protagonisti di un agglomerato fra grandi imprese europee». «Per ragioni puramente elettorali e politiche - attacca -, si è messo a carico dei contribuenti qualcosa che non doveva andare a loro carico, si è creato un progetto industriale non della nuova Alitalia ma della nuova Airone». Duri anche l'Italia dei Valori e l'Udc. Per Antonio Di Pietro è tutta «una speculazione finanziaria», mentre Pier Ferdinando Casini ironizza sul «miracolo» promesso dal presidente del Consiglio: «Non faccio l'uccello del malaugurio ma le contraddizioni sono sotto gli occhi di tutti». Intanto la maggioranza fa quadrato. C'è chi come il ministro leghista Roberto Calderoli punta sui sindacati e li invita ad avere «una posizione responsabile», così come quella tenuta dal governo e dagli imprenditori. Ma c'è anche chi alza i toni come il senatore (Pdl) Mario Ferrara che vede dietro il rischio che salti la trattativa sull'Alitalia un tentativo «orchestrato ad arte» fra la sinistra e i sindacati per «capovolgere l'esito delle elezioni».

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