Federalismo, Roma ride più di tutti
Il sindaco di Roma, cioè di quella che il leader della Lega Umberto Bossi chiamava «Roma ladrona» non più di qualche mese fa, incassa l'impossibile dalla legge messa a punto dal ministro Umberto Bossi. Sì, forse è un capolavoro politico. Dunque, Roma porta a casa il fatto che il capitolo «Roma capitale» sia stato inserito nel disegno di legge le prime ipotesi parlavano di collegato a parte. In secundis, per la Capitale ci sarà un decreto legislativo a parte interamnete decicato alla città. In terzis, Roma potrà trattare direttamente con il Cipe (il comitato interministeriale per la programmazione economica) le risorse che riceve, un potere che non è concesso neanche ai ministeri. E veniamo al dettaglio. La legge statale oltre a prevedere l'assegnazione di risorse per la copertura degli oneri conseguenti al ruolo della città come capitale della Repubblica, ha stabilito che vengano stanziate anche specifiche quote aggiuntive di tributi erariali. Già i primi due commi dell'articolo 13 dello schema di legge rappresentano un trattamento di «privilegio» per la città amministrata da Alemanno. Ma i «favori» concessi dai leghisti alla Capitale non si fermano qui. Infatti, Roma potrà disporre di un proprio patrimonio che sarà concesso in base alle funzioni e competenze ad essa attribuite. Inoltre è stato previsto il trasferimento, a titolo gratuito, al Comune di Roma dei beni appartenenti al patrimonio dello Stato non più funzionali alle esigenze dell'amministrazione centrale. Un riconoscimento importante per il primo cittadino della città Eterna che può, rispetto ai suoi colleghi, ritenersi più che soddisfatto. Alla sua città, infatti, è stata assicurata una reale, almeno sulla carta, autonomia di entrata e di spesa. Nello schema di disegno di legge non risultano ancora sufficientemente delineati alcuni punti come i caratteri della finanza locale in relazione all'individuazione delle funzioni da finanziare e quindi alla determinazione delle risorse necessarie a garantire l'esercizio delle stesse, ma questo «problema» verrà presto risolto. Ne è consapevole lo stesso sindaco romano: «La bozza Calderoli è un'ottima base di lavoro che deve essere migliorata ascoltando le richieste dei Comuni e delle Regioni». Sorpassato il primo ostacolo, ora Alemanno attende il 18 settembre quando la bozza di legge sarà discussa in conferenza unificata e corretta, forse, con gli emendamenti annunciati da Fitto per rendere il testo ancora più equilibrato. Superato anche questo «scoglio», entro fine mese il disegno di legge dovrebbe essere approvato definitivamente. Questa avverrà tra l'altro quando Tremonti sarà pronto con la Finanziaria e il testo sarà ratificato congiuntamente. La nave del federalismo, quindi, sembra essere salpata, dopo anni di annunci e proclami, e il suo cammino sembra difficile da fermare. Ora bisognerà attendere se l'obiettivo di arrivare a un federalismo fiscale responsabile e solidale che garantisca gli stessi diritti su tutto il territorio nazionale venga centrato. Una cosa è già certa, in base alle dichiarazioni degli esponenti del Carroccio, che dalla strada imboccata non si torna più indietro. La sfida che dovrebbe cambiare il volto e le «usanze» del nostro Paese è iniziata.