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Carfagna spiazza la sinistra

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E tra loro si è aggiunta anche la nipote della Merlin, Franca Cuonzo: «Il nuovo ddl finirà in fumo - ha dichiarato - alla fine l'interesse prevalente è che tutto rimanga come prima». In realtà quella della Cuonzo è la voce più tenera nei confronti della Carfagna. Attacca Vittoria Franco, ministro-ombra alle Pari opportunità, secondo cui «il Governo cerca di nascondere il fenomeno e questo ddl non fa altro che nuocere la dignità umana delle ragazze sfruttate». La Franco si dice però favorevole all'aumento di severità nei confronti dello sfruttamento minorile, anche se contraria al rimpatrio del minore le cui modalità «possono rivelarsi uno svantaggio anzichè una difesa». La Franco teme che lo spostarsi della prostituzione nelle case chiuse porti con se dei forti rischi, ma su questo la Carfagna ha dichiarato ieri che «il governo non ha intenzione di regolamentare la prostituzione negli appartamenti proprio perchè signicherebbe regolamentare e legittimare il fenomeno». Se Giovanna Melandri (Pd) ha accusato la titolare delle Pari Opportunità di trattare la prostituzione come se parlasse di «decoro urbano alla stregua della cura delle aiuole», la radicale Emma Bonino, vicepresidente del Senato, rincara la dose affermando che «il ddl è ipocrita e del tutto inefficace». Secondo la Bonino il disegno della Carfagna non sa distinguere tra prostituzione e sfruttamento, il vero reato da combattere con una «politica dell'integrazione. Quasi tutte le prostitute che esercitano in strada sono clandestine. Molte di loro - ha detto - cambierebbero volentieri vita, ma se rimangono clandestine difficilmente potranno farlo». Anche per Manuela Palermi, segretaria nazionale del Pdci, «il ddl Carfagna è assolutamente ridicolo». Riferendosi alle pene previste dal testo, con multe e carcere sia per prostitute sia clienti aggiunge: «Da perseguitare e contrastare con durezza è il racket della prostituzione e non due persone che decidono di fare sesso pagato». D'accordo con la Bonino anche sulla necessità di regolarizzare le immigrate per combattere lo sfruttamento. «Il ddl - ha concluso la Palermi - porterà alla riapertura delle case chiuse dove racket e maltrattamenti continueranno ad esistere». In difesa del ddl del ministro si sono invece espresse la Mussolini, presidente della Commissione bicamerale per l'infanzia e segretario di Azione sociale-Pdl: «Queste polemiche dimostrano l'incapacità della sinistra di dialogare su un argomento che non deve essere legato a pregiurizi. Il governo Berlusconi cerca di mettere mano su un tema delicato sia in termini sociali che di sicurezza». Solidarietà anche dal Coordinamento Donne dell'Ugl, da Marisa Fagà, responsabile del dipartimento Pari opportunità dell'Udc e dall'Associazione Papa Giovanni XIII, fondata da don Oreste Benzi, che da anni si occupa del fenomeno prostituzione: «Ora che con questo ddl sarà considerato reato prostituirsi - si legge in una nota - dovrebbero gioire tutti coloro che andando realmente sulle strade vedono l'orrore e il dramma che si consuma lungo i nostri marciapiedi». La Carfagna vuole toglierle dalle strade, la sinistra non vuole che siano riaperte le «case di tolleranza». Se il ddl verrà approvato la domanda che rimane ancora senza risposta è dove le prostitute dovranno esercitare il mestiere più antico del mondo.

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