Alberto Di Majo [email protected] Un debito da oltre nove ...
Poi c'è la promessa elettorale di Marrazzo mantenuta: addio ticket sui farmaci. Un anno e mezzo fa il governo Prodi ha chiesto al Lazio di rientrare dai debiti. I primi provvedimenti sono stati l'aumento dell'Irpef e dell'Irap, il trasferimento di fondi statali straordinari, la vendita di una parte del patrimonio immobiliare regionale. Decisioni che hanno permesso, al 31 dicembre 2007, un passivo di 125 milioni che la Regione ha coperto grazie all'extragettito. Ma la sfida è rimasta quella di rimettere in equilibrio un sistema sbilanciato da decenni e in ritardo rispetto alle Regioni del Nord. Per esempio, Lombardia e Toscana hanno chiuso da tempo i nosocomi con meno di 100 posti letto. Nel Lazio, all'ospedale San Giacomo, nel centro storico della città eterna, ci sono 178 medici per 170 posti letto. A metà luglio il governo Berlusconi ha nominato il presidente Marrazzo commissario per la Sanità. Così è cominciato il confronto con il centrodestra (con i ministri Sacconi e Tremonti), che hanno chiesto al governatore di contenere la spesa o, come hanno sempre sostenuto gli esponenti del Pdl, di reintrodurre il ticket sulle ricette. Negli ultimi cinquanta giorni il commissario Marrazzo ha cominciato a firmare provvedimenti a raffica: dapprima sono stati tagliati 800 posti letto, ieri ne sono stati cancellati altri 2.000 (il piano concordato col governo prevede una diminuzione di 3.700 posti entro il 2009). Allo stesso tempo è stata trovata la quadra con Farmindustria per una «compartecipazione» al costo delle medicine: i pazienti che vorranno curarsi con i farmaci griffati (e non con i generici) pagheranno la differenza di prezzo, esclusi gli esenti per patologia o reddito. Inoltre sono stati bloccati l'accordo con gli ospedali privati (Aiop) per l'accreditamento di nuove strutture e le assunzioni delle Asl. Al posto dei piccoli nosocomi apriranno dei presìdi di primo soccorso (come nel caso del San Giacomo). Dal canto suo il governo dovrà valutare il piano e decidere se commissariare il commissario Marrazzo o lasciarlo al suo posto. Dovrà inoltre trasferire 5 miliardi di euro di fondi (in parte ordinari e in parte straordinari) che ha bloccato da tempo costringendo la Regione a un anticipo di tesoreria e all'apertura di una nuova linea di credito con le banche. Tutto lascia supporre che, ormai, sia solo una questione politica.