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Al posto del S. Giacomo nuovo centro in via Canova

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«Abbiamo fissato come data ultima per la chiusura del San Giacomo il 31 ottobre - ha detto Montino - intanto c'è un cantiere in corso per un presidio territoriale di ottocentocinquanta metri quadrati in via Canova. La struttura verrà apertà 15 giorni dopo la chiusura del San Giacomo. Il reparto di Ortopedia del San Giacomo verrà trasferito al San Giovanni». Intanto, organizzata dall'associazione «Il Tridente» dei residenti e commercianti del centro storico di Roma, una animatissima assemblea sulla chiusura del San Giacomo decisa un mese fa dal commissario ad acta della Regione Lazio, Piero Marrazzo, si è rivolta ieri al sindaco di Roma, Gianni Alemanno, perché «dica da che parte sta: se con Marrazzo o con i cittadini, e lo deve dire in maniera chiara». Circa 400 persone hanno animato l'incontro, nel centro storico di Roma a due passi dal San Giacomo, fischiando l'intervento del presidente del I Municipio, Orlando Corsetti, del centrosinistra. «Ho sentito parlare - ha detto Corsetti - di speculazione edilizia all'ombra della chiusura del San Giacomo: vorrei ricordarvi che il cambio di destinazione d'uso dei locali del nosocomio romano spetta per legge non alla Regione Lazio ma al Comune di Roma e al I Municipio». Pertanto, «dai pronunciamenti sia del Comune che miei personali vi assicuro che non sarà cambiata la destinazione d'uso». Ma questa rassicurazione non è stata sufficiente. «Se il San Giacomo non venisse più utilizzato come ospedale, succederà quello che da due anni capita con la chiusura del Regina Elena: è diventato sede dell'occupazione sociale», ha aggiunto Ferdinando Aiuti, immunologo e consigliere per la sanità del sindaco. «San Giacomo: 15 milioni di euro spesi per chiudere», era scritto in rosso su un lungo lenzuolo bianco appeso di fronte al palco. «Questi 15 milioni sono soldi della collettività - è stato il coro degli intervenuti - o ha sbagliato la Asl Rma a spenderli o sbaglia oggi Marrazzo a chiudere il San Giacomo». Con la chiusura del San Giacomo (tremila accessi, cinquemila ricoveri, circa 27 mila prestazioni l'anno), preceduta dalla dismissione del nuovo Regina Margherita come centro di erogazione di cure, «la Asl RmA sarà privata completamente di strutture ospedaliere determinando un grave isolamento dei centri territoriali che nel percorso di diagnosi e cura vengono privati degli ospedali di riferimento», hanno detto in coro i sindacati».

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