«Basta nostalgia per i centristi»
Almeno per i prossimi tre anni. «Ma perché Silvio Berlusconi è una persona seria. Un politico serio». Quindi anche lei esclude un futuro con l'Udc? «Vede, il problema di quel partito è che orienta le sue alleanze a macchia di leopardo, va da una parte e poi dall'altra. Se Berlusconi è la chiarezza, Casini è il rovescio della medaglia». E perché in tanti hanno invitato Casini a entrare nel Pdl durante l'estate? «Mi scusi, io aggiungo alla sua una domanda retorica. Ma Verdini che ha? Per caso ha nostalgia di gente come Follini? Io non condivido le parole di politici come Fabrizio Cicchitto o Gianfranco Rotondi, che fanno così tante avances all'Udc. Quando Verdini si fa dei calcoli percentuali su Pdl, An, Fi, Udc, è roba che non sta né in cielo né in terra. E Cicchitto dimentica che l'Udc ha già scelto. Io solo mi sono portato via ottocentomila voti. Ogni cento persone che avevano votato Udc 60 sono ora sono col Pdl». Quindi? «Gli elettori hanno scelto. A meno che...». A meno che? «A meno che non siamo dei nostalgici degli errori e dei mali che hanno fatto quelli di Casini a Berlusconi». Il Pdl non ha bisogno dei valori che porta l'Udc? «Il Pdl è democratico, popolare, cattolico. Quei valori sono quelli dei Popolari liberali». Ma Berlusconi non parlava di un grande partito di centro? «Guardi, la scelta dell'Udc è stata già fatta. Se si vuole far parte del Pdl bisogna rinunciare al simbolo ed entrare tutti dentro come hanno fatto i Popolari liberali. Poi è chiaro che si creeranno le correnti perché in uno stesso spazio convivono laici, socialisti, gente come Capezzone e noi». Quanto vale l'Udc? «Al massimo il 4 per cento, questi sono i dati». È pochino. «Guardi che si collocano a questa percentuale perché non scelgono. Se per caso Casini decidesse di scegliere, molti elettori lo lascerebbero per sempre». Intanto l'ex presidente della Camera va, come su un'altalena, da una parte e dall'altra. «La teoria di Casini è chiara: dove gli conviene sta a destra o a sinistra. Pensare che a Roma ha indicato Rutelli e in Emilia romagna sta tutt'oggi trattando con il centrosinistra. Poi posso farle una domanda?». Prego. «Ma l'Udc ha votato la fiducia al governo?» No. «E in quale Paese succede tutto questo». Tutto questo? «Sì, il fatto che il partito che ha vinto le elezioni, ha una larga maggioranza e governa, corre dietro un partito che non ha votato la fiducia al governo. Ha fatto bene Berlusconi a mettere i puntini sulle "i"». Ha anche detto che se ne riparla fra tre anni. «La sua affermazione vuole dire: se ne riparla alle prossime elezioni. Nessuno ha chiuso le porte all'Udc per sempre». Ora è il tempo di consolisare il Pdl? «Certo, dopo le elezioni e i Gruppi parlamentari è arrivato il tempo del partito. Sarà la gente, i consiglieri comunali a costruirlo. Il Pdl è il più grande regalo che Berlusconi ha fatto alla democrazia italiana». Mi scusi se torno su Casini. Secondo lei adesso si butterà definitivamente tra le braccia del Pd o andrà da solo? «L'Udc è già dall'altra parte. È all'opposizione e si confronta con il Pd. La verità è un'altra». Quale? «Che ha un partito completamente spaccato, con chi vuole andare da una parte e chi dall'altra». E come potrà rimediare ai «mali» interni? «Deve massimizzare il suo potere a livello locale». Ma Casini cosa rischia realmente? «L'Udc è un partito che non sceglie. E se non sceglie prima o poi va a fondo».