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Come Prodi provò

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Quindi l'ordine di scuderia era fare di tutto per «aiutare» i sondaggi a risollevare gli avversari di Veltroni. Almeno questo è il quadro che tratteggia Panorama in edicola oggi (ma l'inchiesta è stata anticipata) che pubblica una seconda puntata di intercettazioni telefoniche che vedono protagonisti, Claudio Cavazza, numero uno della grande azienda farmaceutica Sigma Tau, e Alessandro Ovi, eminenza grigia di Prodi. L'oggetto della trattativa prevedeva che Cavazza staccasse per Renato Mannheimer un assegno da 300 mila euro per organizzare un grande evento: «Raccogliere mille persone» racconta adesso lo stesso Mannheimer «rappresentative del Paese, farle votare subito per i candidati e farle tornare alle urne l'indomani, dopo aver sentito dal vivo gli interventi dei candidati stessi». Il tutto sarebbe stato ricompensato dal governo con sgravi fiscali alla Sigma Tau. Secca la smentita di Cavazza che, interpellato dal settimanale, afferma di non aver mai parlato di finanziamenti con Ovi. E se quest'ultimo potrebbe quindi aver «millantato», il Professore, invece, ha cercato di minimizzare sostenendo l'irrilevanza della sponsorizzazione frutto di un'amicizia trentennale con Cavazza. La procura invece non la pensa allo stesso modo. Il procuratore capo di Bolzano Cuno Tarfusser ha ritenuto quelle intercettazioni quantomeno «ambigue» poiché in cambio dei soldi destinati alla «causa prodiana» la Sigma Tau avrebbe fatto richiesta di essere iscritta nell'apposito elenco predisposto dal ministero dell'Economia per gli enti no profit. Dalle intercettazioni si rileva infatti quanto il discorso della defiscalizzazione fosse determinante per l'imprenditore che avrebbe fatto risparmiare all'azienda farmaceutica almeno 1 milione di euro: il triplo di quei 300 mila euro chiesti per l'Ulivo-Pd. «Anche nell'interesse del futuro nuovo capo Veltroni, credo che a lui convenga che si arrivi a queste primarie non con una farsa da plebiscito ma con la presenza di altri candidati insomma con un dibattito». Così Ovi parlava con Cavazza, stando a quanto racconta Panorama, del futuro del partito unico sottolineando la necessità di primarie con diversi candidati. Tutto questo però sarebbe avvenuto solo a patto che l'accordo con la Sigma Tau andasse in porto e con questo anche la specifica contropartita. La procura della Capitale, dopo che i magistrati di Bolzano si erano liberati di quelle intercettazioni, ha aperto subito un fascicolo ipotizzando il reato dell'abuso d'ufficio ma senza iscrivere nessuno nel registro degli indagati. Infatti l'aiuto che Prodi cercava di concretizzare per Cavazza tramite il suo staff è sfumato nel momento in cui l'ex sottosegretario all'Economia Massimo Tononi fece sapere a Ovi che l'elenco delle fondazioni da aiutare era già stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. Troppo tardi per poterla inserire. Nell'ambito delle varie intercettazioni è stato possibile rilevare che Ovi si fosse prodigato insieme ad altri due personaggi dello staff di Prodi affinché risolvessero il problema dell'amico Cavazza. Poi però il sondaggio è sfumato. «Era un bel progetto» ricorda Mannheimer «che dovevo fare con Giancarlo Bosetti. Certo costava molto, ma era in grado di offrire ai candidati le stesse possibilità di informare il campione di cittadini. Preparammo un preventivo ma poi non se ne fece nulla». Come mai? «Forse mancavano i soldi, peccato». Nuove intercettazioni e nuovi interlocutori oggi gettano una nuova luce sui sotterfugi di Romano Prodi. E la storia continua.

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