Il vandalismo dei tifosi napoletani non è attribuile a ...
Poco dopo Antonio Manganelli, da Palermo, conferma: «Abbiamo modo di ritenere che dietro la conduzione degli incidenti provocati dai tifosi napoletani ci sia l'influenza della criminalità organizzata. Ho invitato a Napoli il prefetto Cavaliere, capo della Criminalpol, polizia e carabinieri sono in stretto contatto con la procura di Napoli, che non a caso ha affidato alla Dda questa indagine». Ma l'implicazione di clan camorristici negli atti vandalici dei tifosi napoletani è una teoria che non convince. Manganelli viene subito smentito dalla stessa Dda di Napoli. «Non sempre dietro le violenze c'è la camorra - spiega il capo della Dda, Franco Roberti - Io terrei ben distinto l'aspetto della presenza, anche di soggetti affiliati al sistema camorristico all'interno di gruppi violenti, da quello che invece oggi si vuole prospettare, ossia come se ci fosse una strategia camorristica dietro questi gruppi che invece secondo noi non c'è». La stoccata, poi ritirata, arriva dritta dritta dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa: «Si parla sempre di camorra, ma gli incidenti nel calcio avvengono dappertutto. Da Palermo al Nord. Mi sembra un alibi», dice La Russa criticando il passato, quando «c'è stata troppa tolleranza. Io non voglio criminalizzare le curve dove otto ragazzi su dieci sono agitati ma recuperabili, però non ho dubbi che bisogna usare tolleranza zero per episodi come quello di Roma». Insomma, La Russa «scomunica» Manganelli e viene criticato dal segretario del Pd Walter Veltroni che accusa il governo di essere contro la polizia. E solo qualche ora dopo capisce di aver commesso una «leggerzza» rimangiandosi le parole: «Non mi era stato detto che l'ipotesi sulla camorra era stata fatta da Manganelli. Non ho ragione di dubitare delle sue dichiarazioni». In serata anche la polizia rivede la sua posizione con il vice capo della polizia Nicola Cavaliere: «Abbiamo sicuramente elementi per dire che su quel treno c'erano c'erano molte persone con dei precedenti penali. Ma nessuno ha detto che la cametta ha ordinato l'assalto». Sul treno degli ultras erano circa 200 i pregiudicati su un migliaio di tifosi: il 20% dei sostenitori napoletani in trasferta a Roma aveva precedenti penali. Gasparri propone di «identificarli con le immagini e incriminarli».