Cgil, il sindacato fuori dalla storia che vuole fermare Alitalia
Una sorta di attraversamento del deserto per il segretario generale Guglielmo Epifani divenuto il crocevia delle tensioni interne del Pd, del futuro politico della sinistra radicale e di quello del suo sindacato. E questi tre fattori si intrecciano anche con la sua futura storia personale giacchè il suo mandato scade il prossimo anno. La Cgil non è nuova, nella sua storia, a posizioni arroccate e isolate ma questa volta la posta in gioco è più alta. Sì perchè sulla partita Alitalia e sulla riforma dei contratti si sta definendo il ruolo e il peso del sindacato sulla politica nei prossimi anni. Cisl e Uil hanno capito che il mondo del lavoro sta cambiando che la conflittualità elevata non paga e che il dialogo e la trattativa sono davvero l'unica alternativa possibile all'arma dello sciopero. Non per niente negli ultimi nove mesi del 2007 le ore di sciopero sono crollate del 56%. È il segnale che le partite si vincono al tavolo della trattativa e non in piazza e che i lavoratori ora scommettono su questo. Questo ha fatto sì che Cisl e Uil abbiano assunto una posizione più dialogante con il governo. Sull'Alitalia il leader Epifani in una recente intervista è apparso in evidente imbarazzo. Rigido sul no al governo e al piano di salvataggio è stato costretto comunque a difendere gli ammortizzatori sociali. A fronte del fatto che l'alternativa al piano di Colaninno è la disocupazione per 20.000 lavoratori, la Cgil si trova quindi stretta tra la necessità di essere garantista della difesa occupazionale e comunque di voler andare contro al governo. Un bivio che Cisl e Uil hanno superato abbracciando la soluzione del dialogo con il governo. Non solo Alitalia. Sulla partita della riforma dei contratti, le posizioni sono le stesse. Da una parte Cisl e Uil che aprono alla Confindustria e sono d'accordo a agganciare gli aumenti aziendali allaproduttività e dall'altra la Cgil che fa muro. Idem sul livello dell'inflazione da considerare come parametro per gli incrementi salariali. Per Cisl e Uil va bene il livello dell'inflazione europea depurato da quella importata, per la Cgil l'inflazione programmata deve coincidere pressocchè con quella reale. Questa divaricazione della Cgil ha avuto la piena espressione nel contratto del commercio che il sindacato di Corso d'Italia non ha firmato. La Cgil è andata per la sua strada anche sul caso dei lavoratori che le Ferrovie hanno licenziato assumendo una posizione netta (devono essere subito reintegrati) mentre la Cisl pur affermando lo sbaglio dell'azienda si è detta pronta alla mediazione. Altra vicenda quella della Finanziaria. La Cgil è pronta alla mobilitazione per l'autunno mentre Cisl e Uil non ne vogliono sapere e lavorano per ottenere la detassazione del salario di secondo livello. In questo quadro Epifani sta combattendo la sua battaglia personale in bilico se abbracciare la linea che fu di Cofferati con l'attacco sistematico a Berlusconi culminato nella manifestazione dei due milioni in piazza, o abbracciare una linea riformista e più morbida puntando alla candidatura alle europee e in prospettiva a un ruolo nel Pd.