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Il buco nero d'Italia

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Come è accaduto domenica. Tutto sempre orchestrato, e gestito, dai clan camorristici. Ce n'è abbastanza per considerare Napoli uno dei problemi del Paese, la città dove si concentrano i peggiori luoghi comuni che gli stranieri fanno sull'Italia. È lontano, lontanissimo il periodo del primo mandato di Antonio Bassolino, a metà degli anni '90, quando la città sembrava finalmente aver cambiato passo. Più pulita, più sicura, capace di attirare turisti e far incetta di apprezzamenti a livello internazionale. Un «rinascimento» durato poco, troppo poco per cancellare definitivamente l'immagine di una città «brutta, sporca e cattiva». Il secondo mandato di Antonio Bassolino — neppure concluso perché il sindaco si è candidato nel 2000 a presidente della Regione — ha inciso molto meno del primo. Poi è toccato a Rosa Russo Iervolino raccogliere il testimone senza però riuscire a dare una scossa alla città. E il risultato di questa mancanza di governo è esploso in maniera sempre più virulenta. Con l'incapacità, ad esempio, di risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti. L'amministrazione comunale e quella regionale non sono riuscite a costruire gli inceneritori, ad aprire nuove discariche, e hanno sottovalutato il problema. Basti pensare che il primo decreto per l'emergenza rifiuti in Campania fu firmato nel '94 da Carlo Azeglio Ciampi, all'epoca presidente del consiglio. Da allora la situazione si è trascinata senza soluzione fino ad arrivare alla fine dell'anno scorso quando la città è stata sommersa dalla spazzatura. E c'è voluto il pugno di ferro del governo Berlusconi per imporre l'apertura di nuove discariche e la pulizia (in parte) della città. Ma del business dei rifiuti (e della sporcizia) è campata e campa allegramente anche la camorra. Così, a peggiorare un'immagine già indecorosa, è arrivato il libro (e poi il film) di Roberto Saviano «Gomorra» che racconta la guerra di Secondigliano, quartiere degradato di Napoli, dall'ascesa del gruppo Di Lauro al conflitto interno che ha provocato 80 morti in poco più di un mese. Una narrazione-reportage che svela i misteri del «Sistema» (così gli affiliati parlano della camorra, termine che nessuno più usa), di un'organizzazione poco conosciuta, creduta sconfitta e che nel silenzio è diventata potentissima superando Cosa Nostra per numero di affiliati e giro d'affari. Rifiuti, camorra, violenza ultrà. E Napoli affonda.

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