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I pm ci ripensano: tifosi delinquenti

Ultras alla Stazione Termini

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Lunedì il tribunale della Capitale aveva scarcerato i cinque ultrà coinvolti negli scontri di domenica tra le tifoserie di Napoli e Roma (applicazione della legge 332 del 1995 che impone la scarcerazione di tutti gli arrestati incensurati accusati di reati che prevedono pene inferiori ai due anni ndr). Ieri, dalla procura di Napoli, è trapelata la notizia che gli inquirenti starebbero valutando l'ipotesi di contestare il reato di associazione delinquere per i tifosi partenopei responsabili degli incidenti durante la trasferta in treno. L'inchiesta è condotta del pm Antonio Ardituro (già titolare di indagini su gruppi ultrà del tifo azzurro e sulle connessioni con ambienti della criminalità) che dovrebbe ricevere nel fine settimana il rapporto della Digos di Napoli. Gli investigatori contano anche di ottenere qualche denuncia da parte di viaggiatori che a Napoli sarebbero stati costretti con la forza o con intimidazioni a scendere dal convoglio. L'eventuale contestazione del reato associativo sarebbe collegata in particolare alla possibilità di dimostrare che gli incidenti siano stati in qualche modo programmati dai gruppi di tifosi. Ma ieri gli occhi di tutta l'Italia, calcistica e non, erano puntati sul Viminale dove si riunivano l'Osservatorio sulle manifestazioni sportive e il Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive. Entrambi sono stati riconvocati per stamattina alle 10, ma il ministro dell'Interno Roberto Maroni, intervistato dal Tg1, ha anticipato alcune delle decisioni che verranno prese. «Mi accingo - ha spiegato - a mandare una direttiva ai prefetti che dispone dell'individuazione di tutti coloro che hanno partecipato al "mucchio selvaggio" di domenica, perché siano colpiti dal provvedimento che impedirà loro di partecipare a manifestazioni sportive per i prossimi due anni». Inoltre, i colpevoli, «saranno denunciati alla magistratura per associazione a delinquere». Il ministro ha anche annunciato il «divieto di trasferta delle tifoserie organizzate del Napoli Calcio per tutto il campionato». Mentre verranno individuate «alcune partite a rischio sulla base di precedenti gravi per le quali ci riserviamo di prendere provvedimenti che arrivano fino alla disputa a porte chiuse». Ma non finisce qui. Siccome quello che è successo potrebbe essere frutto di «un'errata valutazione degli avvenimenti da parte anche della questura e della prefettura di Napoli», stamattina Maroni invierà gli ispettori del ministero «per valutare cosa è successo e se ci sono responsabilità». E mentre l'Associazione nazionale dei funzionari di Polizia ipotizza di «avviare e mantenere in campi di lavoro le persone pericolose», la politica coglie al volo l'occasione per litigare. Merito di una gaffe del segretario del Pd Walter Veltroni che ha attaccato il governo per le scarcerazioni di lunedì. «Dagli atti del governo - è stata la sua accusa - si evince una morale: duri con quelli che non votano come gli immigrati e deboli con quelli che votano». Immediata la replica della maggioranza con il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano che ha gridato all'autogol del leader del Pd: a scarcerare i teppisti sono stati i magistrati, non certo il governo. Sulla stessa lunghezza d'onda il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti: «Veltroni è in grande confusione. Ricomincia a settembre con una predica sbagliata dal pulpito sbagliato». Ma il Pd non molla la presa e, in un'interrogazione rivendica la propria posizione sottolineando come il governo potesse non autorizzare la trasferta.

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