Se le Coop fanno affari col mostro
Questa notizia non ha stupito chi conosce il Sudan e segue la vicenda del Darfur; stupisce invece la notizia che la Cmc abbia deciso di impegnarsi in una impresa che altri non è se non la costruzione della vetrina -questo rappresenta l'hotel Burj al Fateh- che permette ai visitatori facoltosi di tutto il mondo di affacciarsi sul mercato sudanese e fare affari col correttissimo regime di al Beshir. E' evidente che la Cmc ha fatto questa scabrosissima scelta sulla base del classico "non olet", in una logica di puro e cinico mercato. Ma qualcuno è in grado di spiegarci quale processo politico-ideologico abbia prodotto questa aberrazione? Veltroni, D'Alema e Fassino si sono mai posti il problema di un'etica d'impresa a cui vincolare non burocraticamente, il mondo fiancheggiatore delle Cooperative? E se sì,come è possibile, allora, che oggi il presidente della Cmc possa dire "Abbiamo un albergo", senza accorgersi che il suo committente ha le mani che grondano - letteralmente- di sangue? Carlo Panella