Matteo Colaninno: «Non mi sento in conflitto». Casini lo attacca
Il ministro-ombra del Pd ha quindi aggiunto che «oggi il Paese si assume dei costi perché ci sono responsabilità politiche e amministrative, però non possiamo arrogarci la presunzione di sapere se la nuova Alitalia sarà o no un'impresa socialmente responsabile - ha concluso -, lo sapremo tra quattro o cinque anni». «Se fossi stato in Prodi - evidenzia Colaninno - avrei venduto ad Air France così come se fossi stato in Berlusconi tra il 2001 e il 2003 avrei favorito la soluzione che si presentò. Rispetto a quelle soluzioni i costi sociali questa volta sono pesanti ma le cause dei costi sociali non sono imputabili agli imprenditori ma alla politica». E se Colaninno figlio non si sente in conflitto d'interessi, Pier Ferdinando Casini se la prende con il fiuto imprenditoriale del padre. «Stimo moltissimo Colaninno - commenta durante un dibattito alla festa del Pd-, è uno degli imprenditori italiani più bravi e intelligenti, ma non va ringraziato perché fa un affare per se stesso, non per Berlusconi né per gli italiani. «Bisogna chiedersi se qualcuno fa un favore a Colaninno e non se Colaninno fa un favore a Berlusconi visto che agli imprenditori va la polpa di Alitalia».