E Silvio canta vittoria
Un progetto, essere una sorta di "colomba bianca" sul dossier Caucaso, su cui il premier ha lavorato molto: negoziazioni internazionali, colloqui, incontri, telefonate. «Abbiamo superato quello che poteva essere un momento pericoloso per l'Unione europea, che rischiava di accogliere la volontà di alcuni Paesi di imporre sanzioni contro la Russia sulla base di una versione dei fatti», commenta soddisfatto il premier al termine del vertice. «La situazione - aggiunge - poteva essere davvero il detonare di una crisi più grave che poteva riportare indietro la storia al periodo della guerra fredda». Il lavoro di tessitura diplomatica svolto da Berlusconi ha sempre avuto al centro il tentativo di smorzare i toni della questione, cercando di mantenere una posizione di equilibrio, evitando spaccature all'interno dell'Ue, e allo stesso tempo scongiurando «strappi» fra la Nato e la Russia. Ed è la posizione mantenuta dal Cavaliere ieri di fronte ai 26 Paesi membri dell'Unione. «Io credo che sia stato giusto tenere una posizione equilibrata - spiega il premier nella conferenza stampa post-vertice. C'è stata una provocazione grave e per questo c'è stata una reazione. Una reazione sproporzionata? Forse è impossibile dare una risposta ad una domanda di questo genere». Il presidente del Consiglio ha spiegato, inoltre, che c'è stata una «larga approvazione» al documento finale, che termina con il mandato al presidente francese di recarsi l'8 settembre a Mosca insieme a Barroso e a Solana per verificare che i sei punti dell'accordo vengano rispettati. «Abbiamo dato una forte mano a Sarkozy, la dichiarazione è passata come da previsione, con alcune correzioni fatte da noi in fase di stesura», ha spiegato il premier. Altro nodo cruciale: la presenza delle truppe russe in Georgia. Attualmente, spiega Berlusconi, non sono tante («solo 400 unità e senza mezzi pesanti, una presenza che non può essere vista come offensiva ma minima, intesa a garantire la sicurezza dei cittadini»), e soprattutto non è difficile ipotizzare il ritiro totale dei soldati russi dal territorio georgiano. Intanto i danni subiti dalle infrastrutture in Georgia a causa dell'invasione russa sarebbero inferiori rispetto a quelli ipotizzati. «Alla Georgia come Ue forniremo aiuti umanitari e anche per la ricostruzione - ha detto Berlusconi - ma per fortuna i numeri sono molto più bassi del previsto: il presidente della Commissione Europea Barroso ci ha riferito che ammontano a circa 110 milioni di euro». Sarà poi il vertice Ue-Russia ad occuparsi del futuro delle due regioni separatiste georgiane. «Per ora - ha osservato il premier - siamo arrivati alla deplorazione della dichiarazione della federazione russa circa il riconoscimento delle due province». Al vertice Ue-Russia, in programma il 14 novembre, il ministro degli Esteri francese Koucher - ha rivelato il presidente del Consiglio italiano - metterà in agenda la questione del futuro di Abkazia e Ossezia del Sud.