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Intercettazioni, l'opposizione attacca In salita la strada del disegno di legge

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Il premier chiede un'accelerazione ma su alcuni capitoli chiave del ddl le posizioni del Cavaliere e dei suoi alleati, in particolare della Lega, al momento sembrano distanti. Così come resta lo scontro fra gli schieramenti. Lo scoglio principale è sempre costituito dalla messa a punto dalla lista dei reati per i quali consentire l'ascolto. A metà luglio il premier aveva definito «un errore» la decisione di introdurre nel ddl anche i reati contro la pubblica amministrazione, ma ora dal Carroccio arriva un nuovo altolà: sui «colletti bianchi», riafferma la vicepresidente della commissione Giustizia della Camera Carolina Lussana non si torna indietro. Al momento, comunque, il governo non sembra avere alcuna intenzione di toccare il testo uscito dal Consiglio dei ministri a metà giugno. La partita quindi si dovrebbe giocare tutta in Parlamento e nessuno può escludere che arrivino emendamenti a firma dei deputati (e non concordati con l'esecutivo) che puntino a depennare i reati della Pubblica amministrazione dall'elenco. Non resta che attendere il via della discussione Anche se il dialogo, a maggior ragione dopo le polemiche seguite alla pubblicazione delle intercettazioni di Romano Prodi, resta in salita. «È un testo inaccettabile. Sarà uno dei capitoli della battaglia politica e parlamentare - attacca il senatore del Pd Vincenzo Vita - delle prossime settimane».

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