Berlusconi, prova di forza
Però è innegabile che Silvio Berlusconi stavolta ce la sta mettendo tutta per far vedere che il suo governo vuole davvero mettere in ordine un po' di cose. Così, dopo aver passato un agosto a memoria d'uomo tra i più riservati della sua vita in Sardegna con famiglia e nipoti, il premier è tornato a Roma e in soli due giorni ha messo a segno due colpi non indifferenti: giovedì, in consiglio dei ministri, ha sistemato la questione Alitalia — raccogliendo il sostegno anche di un sindacato storicamente ostile come la Uil di Luigi Angeletti e lasciando briciole di polemiche al Pd — ieri ha chiuso un contenzioso con la Libia del colonnello Gheddafi che andava avanti da 30 anni. Certo il salvataggio della nostra compagnia di bandiera ha un peso specifico nettamente superiore al secondo colpo del premier ma è pur sempre una svolta dopo decenni di incomprensioni, minacce, viaggi a vuoto di delegazioni e presidenti del consiglio fra Tripoli e Roma. C'è da dire però che Berlusconi ha vita facile nel confronto con Prodi e soprattutto con l'attuale leader dell'opposizione Walter Veltroni. Il suo predecessore, logorato da una coalizione che riusciva a litigare anche sull'assegnazione dei posti in consiglio dei ministri, non è riuscito a portare a casa quasi nulla nel suo anno e mezzo di governo. Il segretario del Pd, invece, ha mollato tutto per andare a seguire la convention di Obama a Denver. Appuntamento sicuramente più decisivo per le sorti dell'Italia rispetto a qualsiasi altra vicenda. Solo che poi si scopre che neppure dai Democratici americani, l'americano Walter è riuscito a farsi dare un posto tra quelli che contano. Anzi, per trovare una sistemazione, martedì scorso, durante una convention, è dovuto ricorrere alla più italica delle soluzioni, la raccomandazione di un amico. Anzi di un'amica, Marialina Marcucci, a sua volta amica di Kerry Kennedy. Solo in questo modo Veltroni, Rutelli, Vernetti, Lapo Pistelli e Federica Mogherini, il quintetto Pd approdato nella città a stelle e strisce è riuscito a farsi fotografare e a farsi vedere con un pezzo dell'America che conta. Situazione che non stonerebbe in un film di Christian De Sica. Anche perché poi — racconta nel suo blog l'onestissimo Lapo Pistelli — i cinque si sono emozionati perché hanno incontrato l'attore Matthew Modine, l'attore che ha interpretato il soldato Joker nel film di Stanley Kubrick «Full Metal Jacket», e non hanno resistito alla tentazione di farsi fare un autografo. Alla convention di Obama, invece, Veltroni non è riuscito a strappare neppure una poltroncina riservata e ha assistito al discorso mischiato agli 80 mila supporter del candidato presidente. Restare in Italia forse non sarebbe stata una scelta sbagliata.