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Voto in condotta, è scontro tra genitori e figli

Mariastella Gelmini

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Nello stesso istante Salvatore e Paola, 52 e 47 anni, padre e madre di Marco, alzano gli occhi dal loro piatto di pastasciutta e sorridono: «Finalmente un po' di disciplina». E in un attimo la tavola da pranzo diventa un campo di battaglia. Ci mette ancora meno l'Unione degli studenti (Uds) ad alzare un polverone contro i provvedimenti del ministro. Quelli sul 7 in condotta e sui voti in pagella. Tanto da annunciare la «minaccia» al Consiglio dei ministri di uno scioperone nazionale a ottobre. «Ci opponiamo al provvedimento», dice il coordinatore dell'associazione, Roberto Iovine, il quale sventola a più non posso lo Statuto degli studenti ricordando un decennio di battaglie per ottenerlo. Per l'Uds si tratta di «repressione». Giudizio lapidario che - sarà la differenza d'età e quindi di esperienza - non piace alle mamme e ai papà d'Italia. E non è un caso se la dottoressa Maria Rita Munizzi, presidente del Movimento italiano genitori (Moige), è costretta a rimettere in riga gli alunni, commentando positivamente le decisione dell'Istruzione. «Partendo dal voto in condotta, che consente una valutazione più ampia della crescita e della maturazione dei ragazzi, questa è una prima risposta al problema dilagante del bullismo. Altrettanto utile - sottolineano dal Moige - aver riportato al posto che meritano materie come l'educazione alla cittadinanza e alla costituzione». I Gianburrasca d'Italia sono avvertiti. Ma gli studenti proprio non ci stanno. È la solita solfa: i ragazzi vogliono più libertà, i genitori più disciplina. Così, provocando, i ragazzi dell'Azione cattolica italiana decidono di anticipare le pagelle di fine anno e dare 5 in condotta a Mariastella Gelmini: «Ci stupisce la scelta del decreto legge - precisano - al fine di introdurre questi provvedimenti in contrasto con quanto annunciato dal ministero meno di un mese fa». E in mezzo al «litigio» ecco spuntare il parere dell'esperto, pediatra docente all'Università di Milano-Bicocca, che promuove la Gelmini, il giudizio dei genitori e invita gli studenti a dire sì al ritorno del voto in condotta: «Perché aiuta a crescere», dice il professor Italo Fanetani. E i voti in pagella? «Bene: in base allo sviluppo psicologico dei bimbi sappiamo che per loro il voto è più comprensibile del giudizio. È più facile capire un "7" che un "buono"». La Gelmini è promossa.

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