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Rutelli attacca Amato e dimentica il passato

Francesco Rutelli

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Ma molti nel centrosinistra tirerebbero un sospiro di sollievo se Giuliano Amato rinunciasse a presiedere la Commissione per lo sviluppo di Roma capitale, ribattezzata la «Attali de Noantri». E dopo il veemente attacco di Gasparri, l'ex premier, ex socialista ed ex capo del Viminale è finito nel mirino del «fuoco amico». Spezzando il silenzio vacanziero, Francesco Rutelli ha definito senza mezzi termini l'iniziativa: «È un pastrocchio», ha detto. Per lui «non c'entra nulla la collaborazione istituzionale bipartisan» perché l'organismo «dovrebbe occuparsi di studiare progetti ed elaborare le strategie di sviluppo della città». Quindi «è espressione di una politica amministrativa». Quindi «spetta a chi a vinto le elezioni» dirigerla. Il fatto che Amato, nota personalità del centrosinistra, perseveri nel voler accettare l'incarico è «fonte di pericolosi equivoci». Il motivo? «Amato fino a tre mesi fa era ministro dell'Interno», ha spiegato Rutelli, e «quello che è accaduto e accade a Roma sulla sicurezza (un tema che ha scottato in modo particolare l'ex candidato sindaco, bruciato da Alemanno proprio su tale questione ndr) consiglia distinzione di ruoli e impone una critica dura a chi ha costruito la vittoria elettorale su strumentalizzazioni orribili, che peraltro oggi stanno diventando un boomerang». Insomma, Rutelli (e si presume molti dei «suoi») scende in campo apertamente per tentare di sbarrare la strada della commissione al «professor Sottile», che a dicembre del 2007 criticò per un altro «pastrocchio», quello sul decreto-sicurezza del governo Prodi. «Le norme sull'omofobia - disse l'allora vicepresidente del Consiglio quando Palazzo Chigi fece decadere il dl appunto per evitare che un emendamento della stessa maggioranza portasse alla cancellazione della legge Mancino sull'incitazione alla violenza e alla discriminazione razziale - non c'entravano nulla con il decreto. Questo mi era chiaro, ma poi ce le siamo ritrovate fra capo e collo...». Ma tra i due non è un affare personale. Rutelli, che è figura di riferimento nel consiglio comunale capitolino, secondo indiscrezioni teme di passare in secondo piano rispetto ad Amato. E dimentica che, almeno in due occasioni, ha avuto anche lui nobili impulsi bipartisan. Prima di Ferragosto la stessa Lanzillotta gli rammentava che «la prima Volta che a roma venne istituita una commissione bipartisan fu quando il sindaco Rutelli chiese a Domenico Fisichella, eminente figura della destra, di presiedere quella per il Giubileo». E nel '93 il primo cittadino nominò l'esponente del Msi Buontempo presidente del consiglio comunale. Non erano anche quelli «pasticciacci brutti» del Campidoglio?

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