Il PdL sarà un grande partito aderente al Ppe nel quale ...
In questa fase, fra coloro che stanno lavorando per la costituzione del PdL, non ci sembra che esistano ragioni di dissenso; tuttavia la discussione politica costruttiva è sempre positiva ed utile, anche perché la costruzione di un nuovo partito richiede certamente un ampio dibattito. Il nostro compito attuale, ai fini della costruzione del PdL, è quello di tracciare un percorso, anche con la definizione di uno statuto transitorio, che porti alla formazione del partito nei primi mesi del 2009. A nostro avviso i soggetti politici da coinvolgere nell'immediato sono le forze politiche che hanno fatto insieme le elezioni del 2008: Fi, An e i cosiddetti partiti minori. E' evidente che è giusto anche che, nella media prospettiva, non ci si fermi qui. Mentre deve rimanere saldissima l'alleanza con la Lega, il confronto politico va aperto con l'Udc. Con il partito di Casini nell'immediato sono da ricercare intese per le prossime elezioni amministrative ed eventuali convergenze parlamentari, innanzitutto sulla giustizia e sul federalismo. E' evidente che ciò ha anche l'obiettivo di migliorare i rapporti politici generali. Infatti, l'Udc sta già nel Ppe per cui, a suo tempo, il dissenso non è stato sui valori fondamentali, ma è stato di tipo politico; quindi è auspicabile che, in tempi medi, questo dissenso politico venga superato. Diverso è obiettivamente il discorso con la Destra. Infatti, con essa sono possibili intese a livello locale e su problemi nazionali, ma il suo eventuale ingresso nel PdL richiederebbe, per chiarezza, il superamento della sua posizione ideologica di fondo. Del resto sappiamo che su questo nodo il Ppe è molto rigoroso. Allora siamo d'accordo con Denis Verdini sulla questione di fondo: bisogna costruire un partito con una vocazione maggioritaria, che non si rinchiuda nei confini di partenza, che abbia l'obiettivo di diventare qualcosa di veramente nuovo, che superi in prospettiva sia le storie politiche di ognuno, sia le attuali differenze partitiche. Lo stesso riparto percentuale serve per favorire il decollo del progetto, ma non deve risolversi in uno statico patto federativo. Anche per questo occorre sviluppare un grande dibattito politico e culturale. A questo proposito elementi interessanti sono già emersi a Rimini, altri certamente verranno espressi nella prossima conferenza di An e a Gubbio, dall'11 al 13 settembre, nell'annuale convegno ideato da Sandro Bondi.