Berlusconi: "Ho rispettato le promesse"

Sono circa le 19 quando Silvio Berlusconi arriva nella sala stampa di Palazzo Chigi. Obiettivo: presentare il nuovo piano di ristrutturazione dell'Alitalia, approvato in mattinata dal Consiglio dei ministri. Nella giornata di ripresa ufficiale dei lavori, dopo la pausa estiva, il governo porta a casa quello che è stato uno degli obiettivi centrali dell'ultima campagna elettorale: la rinascita della compagnia di bandiera. Il Cdm termina intorno all'ora di pranzo e gli uomini dello staff del Presidente annunciano che Berlusconi avrebbe rilasciato una dichiarazione sull'Alitalia nel pomeriggio. Un po' di suspance sull'orario - il premier aveva in agenda un pranzo con Frattini e Letta e un incontro con il ministro della Giustizia Alfano. Dopodichè l'annuncio ufficiale: il presidente del Consiglio parlerà nel tardo pomeriggio. Tante le telecamere e i cronisti arrivati nella sala stampa della sede del governo, qualcuno ipotizzava persino una possibile dichiarazione di Berlusconi a reti unificate. Ma così non è stato. Il capo del governo arriva all'appuntamento con la stampa con qualche minuto di ritardo: «Scusatemi ma ero al telefono con Angela Merkel», spiega. Berlusconi comincia così a snocciolare i punti salienti del nuovo piano sull'Alitalia. Ricordando innanzitutto il punto di partenza: «Come sapete il nostro governo ha ereditato dal governo della sinistra diverse situazioni davvero pesanti: i conti pubblici, la tragedia dei rifiuti di Napoli e questa situazione irrisolta dell'Alitalia, per la quale il governo Prodi aveva tentato, senza riuscirci, una svendita ad Air France, cioè alla Francia, il nostro principale concorrente nel turismo». Il Cavaliere ribadisce più volte, che il governo aveva il dovere di intervenire, «lo ha fatto con rapidità e con l'aiuto di una delle 10 banche più importanti nel mondo. «Un'azienda che perde milioni di euro al giorno e centinaia di milioni di euro l'anno - denuncia il premier - non può continuare così. Ce lo proibisce l'Europa, ma ce lo proibisce soprattutto il rispetto dei contribuenti che non devono vedersi costretti a ripianare le perdite di continuo». Ora l'Alitalia, sottolinea soddisfatto il presidente del Consiglio «non peserà più sulle spalle dei contribuenti». Sulla questione degli esuberi, nodo cruciale delle tante polemiche degli ultimi giorni, Berlusconi non ha dubbi: «Si deve procedere ad un ridimensionamento del personale», anche perché il numero attuale dell'Alitalia è molto più elevato delle altre compagnie aree internazionali. Ma, «questo ridimensionamento sarà comunque inferiore a quello che si sarebbe verificato con la svendita di Alitalia». E aggiunge: «Il personale in eccedenza non sarà certo abbandonato perché non è giusto che siano i singoli a pagare gli errori delle gestioni del passato e non saranno abbandonati neppure i piccoli risparmiatori che in Alitalia hanno creduto, investendo in titoli azionari ed obbligazionari della compagnia». Altro elemento importante sottolineato dal presidente del Consiglio: la compagnia resterà italiana. «Se la nuova Alitalia ritenesse utile allearsi con una grande compagnia di un altro paese, quest'ultima potrà entrare solo come un socio di minoranza». Infine un attacco ai sindacati: «La precedente trattativa con Air France è fallita per colpa loro e non nostra». La conferenza stampa su Alitalia è anche l'occasione per Berlusconi di fare il punto sugli obiettivi raggiunti finora («Ici, emergenza rifiuti a Napoli, la finanziaria triennale, le misure per la sicurezza») e per tracciare una sorta di road map dei prossimi appuntamenti dell'autunno del Pdl: Riforma della giustizia, federalismo fiscale e legge per le Europee. Nell'agenda del premier c'è anche la crisi in Georgia e la riunione del Consiglio europeo della prossima settimana. Berlusconi si è detto convinto che si possa trovare una «soluzione di buon senso» e ha detto di star lavorando perché a Bruxelles si arrivi con una proposta sul tavolo. Per l'immediato futuro il presidente del Consiglio si è inoltre impegnato a un intervento sul caro-prezzi, soprattutto, sul comparto alimentare. Prima di lasciare Palazzo Chigi, per i giornalisti niente domande, ma un aneddoto da quadretto familiare. Il Cavaliere ha infatti raccontato di quanto sia buono il suo «bambolotto», ossia il nipotino. Un bimbo, ha detto, che non ha mai pianto. In pratica «tutto suo nonno».