I soci privati schiedono numerose garanzie
Secondo alcune indiscrezioni se il consiglio darà l'ok la società del gruppo Benetton potrebbe impegnarsi per 100 milioni di euro nell'operazione. Nonostante la diplomazia di Corrado Passera e la natura del piano elaborato dalla banca abbia fatto volgere al bello l'umore dei possibili nuovi soci e anche della compagine di governo, coloro che saranno chiamati a mettere mezzi freschi per circa 1 miliardo di euro chiedono numerose garanzie. La prima in ordine di priorità è che la Marzano rivista metta in salvo la nuova compagnia dai creditori della bad company, ovvero la società nella quale sono destinate a confluire tutte le passivitità della linea aerea. I creditori della vecchia Alitalia, in sostanza, dovranno essere messi nelle condizioni di non aggredire il patrimonio della «Nuova Alitalia». La nuova Marzano dovrà necessariamente risolvere questo problema perchè gli investitori privati apportino capitali freschi. Nella partita, oltre all'aspetto legale, sarà importante anche la capacità di convinzione che Intesa Sanpaolo nei confronti degli istituti di credito esposti nei confronti della aerolinea. Un'altra criticità che i potenziali nuovi soci hanno evidenziato come imprescindibile ai fini dell'investimento è la facoltà di intervenire sui contratti di lavoro in essere, rinegoziandoli. Tra i motivi che hanno depresso i conti di Alitalia, un peso notevole l'ha avuta la pletoricità dell'organico rispetto ai competitor. Un altro fattore di aggravio dei costi sono state le retribuzioni media dei dipendenti, sensibilmente più alte rispetto a quelle di altre compagnie italiane come Airone e Meridiana e completamente svincolate dalla porduttività. All'aspetto contrattuale è legata anche tutta la questione relativa ai rapporti con i sindacati. È chiaro che l'ipotesi di ottenere una tregua sindacale è da considerarsi abbastanza remota, ma i soci potenziali della nuova Alitalia chiedono al Governo di ottenere dai sindacati un comportamento il meno conflittuale possibile. Infine, tra i temi che interessano maggiormente il pacchetto di industriali pronti a versare 1 miliardo di euro nella nuova Alitalia, c'è anche quello del partner internazionale. Il più attento a questo tema è il presidente in pectore Roberto Colaninno, che lo ha sollevato ripetutamente negli incontri avuti in questi mesi con l'advisor. Il nome più accreditato rimane quello di Lufthansa anche se l'interessamento espresso dalla compagnia aerea tedesca all'acquisto di una quota di Austrian Airlinen has instillato qualche timore nei fan italiani di un suao fidanzamento con Alitalia. Secondo alcune indiscrezioni circolate ieri e riprese da alcuni organi di stampa alcuni azionisti avrebbero chiesto anche una sorta di protezione da eventuali interventi dell'Antitrust che potrebbe eccepire che la quota di mercato del nuovo operatore, nato dall'integrazione di vecchia Alitalia e Airone, sarà di circa il 60%. La quota, spiega un analista, è elevata ma inferiore a quella che ha Air France in Francia o British Airways in Gran Bretagna e questo dovrebbe escludere un intervento del regolatore.