Bufera sull'Unità, Travaglio contro Veltroni
La redazione è stata inondata da lettere e mail di lettori che si dicono perplessi del cambio di direzione. E i dubbi non nascono certo dalle capacità indubbie della De Gregorio, quanto dalla prospettiva di una linea editoriale che rischia di essere appiattita sul leader Veltroni. A dar voce a queste perplessità è uno dei più noti collaboratori del giornale, Marco Travaglio, che ieri sul quotidiano ha firmato un intervento dal titolo significativo: «Scusate, ma non ho capito». Travaglio afferma di non capire la ragione del cambio della guardia alla guida del quotidiano, visto che l'Unità, «morta nel 2000, è risorta grazie al duo Colombo-Padellaro» e imputa la decisione ai vertici del Pd e al suo segretario, Walter Veltroni, in particolare. Per Travaglio «si completa il disegno avviato nel 2005, quando Colombo fu defenestrato dopo mesi di mobbing praticato da ben noti ambienti Ds, insofferenti per la linea troppo autonoma, troppo aperta, diciamo pure troppo libera del giornale». In questi ultimi anni l'Unità, secondo Travaglio, è stata l'unica testata a contrastare «il Pensiero Unico del Padrone Unico, a dire le cose che, altrove, non si possono dire e a vedere le cose che, altrove, si preferisce non vedere, continuando ostinatamente a chiamare le cose con il loro nome, non con gli pseudonimi berlusconiani e dunque riformisti». Tanto che lo stesso Berlusconi durante l'ultima campagna elettorale additò l'Unità come nemico pubblico numero uno, anzichè Il Riformista o Europa, sempre che ne abbia notata l'esistenza». Intanto la De Gregorio, alla prima riunione di redazione, ha dato asicurazioni sulla linea editoriale. «Non sarà una Unità dai colori pastello e la striscia rossa rimarrà». Per il momento, quello che di certo cambierà è il formato.