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Il Pd torna unito. Contro Di Pietro

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Il tutto mentre l'ulivista Mario Barbi attacca: «Veltroni aveva una linea che è stata sconfitta. Oggi non ha più una linea e, per darsene una, dovrebbe ammettere errori e fare scelte. Invece traccheggia e patteggia con gli oligarchi». Nel frattempo sul territorio continuano gli scontri tra fazioni (dal Piemonte alla Campania, passando per la Sardegna). Ma c'è un punto su cui i Democratici ritrovano magicamente l'unità. O meglio sarebbe dire una persona: Antonio Di Pietro. Ad appena quattro mesi dalle elezioni il leader dell'Idv non è più un alleato fedele con cui condividere programmi e battaglie, ma un nemico da combattere (l'ultimo a dipingerlo così è il segretario organizzativo del partito Giuseppe Fioroni che lo ha paragonato al Cavaliere). In realtà il rapporto tra Walter e Tonino aveva cominciato a incrinarsi già dopo le elezioni. Il leader del Pd predicava un'opposizione dialogante, l'ex pm sceglieva la strada dell'antiberlusconismo. L'Idv scendeva in piazza contro le leggi varate dal governo in tema di giustizia, i Democratici restavano a casa. Strategie diverse che però non impedivano a Di Pietro, l'8 luglio (subito dopo la manifestazione di piazza Navona), di dichiarare: «L'Italia dei valori ha sottoscritto un patto di programma con il Pd per un modello riformista di governo. Noi confermiamo quel patto. Veltroni è il leader della coalizione in cui mi riconosco e quindi lui parla anche per me». Pian piano, però, la fronda antidipietrista è cresciuta. I più convinti sono soprattutto gli ex della Margherita tanto che due giorni fa Europa, ex quotidiano Dl, invitava il segretario ad un atto di orgoglio considerando Di Pietro come un «avversario». Un avversario che, però, sembra piacere a Furio Colombo che, in un editoriale sull'Unità in edicola oggi, attacca la linea del segretario accusandolo di inciuciare con il nemico e criticando gli inviti a Bossi, Tremonti e Maroni alla festa Democratica di Firenze. E a chi lo indica come possibile direttore, assieme ad Antonio Padellaro, di un quotidiano dipietrista replica: «È un'idea bellissima, ma nessuno ne ha mai sentito parlare». Per tutta risposta il Pd apre uno spiraglio di dialogo sul tema della giustizia. «Un argomento così importante - spiega il ministro ombra della Giustizia Lanfranco Tenaglia - si può affrontare nella sua completezza nel luogo a tale scopo preposto nei sistemi democratici, ovvero il Parlamento». E dall'Idv Massimo Donadi avverte: «Impediremo inciuci».

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