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«C'è solo un agente ogni 10 detenuti»

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Ci sono pochi uomini a confronto con il numero di carcerati. E ciò aumenta ogni giorno di più il fenomeno delle aggressioni alle forze di polizia penitenziaria da parte dei reclusi. Tanto da attivare a 360 gradi l'Osapp, l'Organizzazione sindacale autonoma della polizia penitenziaria, che denuncia l'emergenza inviando anche una lettera al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. «Si commentano i dati e ci si affanna su quella che è la prospettiva di una riforma della giustizia tanto discussa - ammonisce il segretario generale dell'Osapp Leo Beneduci - ma non si tengono nel giusto conto gli sviluppi che una vicenda come quella del sovraffollamento determina, non solo sul disagio del detenuto, ma soprattutto per quanto riguarda la sicurezza del personale di polizia penitenziario», spiega Beneduci. I detenuti oggi in Italia sono 55.221, mentre gli agenti sono circa 42.000. Ma non tutti lavorano a stretto contatto con i carcerati, bensì solo il 50 per cento (la restante metà svolge funzioni amministrative). «Ciò significa che - spiega l'Osapp - 21.000 agenti divisi in 4 o 5 turni giornalieri devono badare a più di 55 mila persone in carcere». Insomma, un rapporto di 1 a 10, «o peggio di 1 a 100 nelle ore notturne». Con il risultato che gli uomini della polizia penitenziaria vengono troppo speso aggrediti. La lettera del segretario Beneduci, al di là della denuncia, si fa carico anche di un'importante proposta inoltrata al presidente del Consiglio e al Guardasigilli Angelino Alfano: «L'adozione di concreti interventi, mediante l'introduzione di norme finalizzate ad ampliare e migliorare gli strumenti di prevenzione del fenomeno delle aggressioni, introducendo nel nostro sistema penale il reato di lesioni personali gravi e gravissime a un pubblico ufficiale impiegato nei servizi di tutela dell'ordine e della sicurezza, all'interno degli istituti penitenziari». Una modifica del codice penale, quindi. Il sindacato propone, per le lesioni gravi, una pena da 4 a 10 anni di reclusione, mentre una pena fino a 16 anni per le lesioni gravissime. E agli agenti che operano nelle carceri dove il rischio è sopra il normale livello, la possibilità di utilizzare cani anti-sommossa. Fab. Per.

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