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Si allarga il fronte dei favorevoli a un congresso ancipato ...

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Arrivare senza alle prossime scadenze elettorali, avverte, sarebbe «un guaio». Parole accolte con favore dagli ulivisti, tra i più tenaci a chiedere l'indizione delle assise dei Democratici. A volerlo «non sono più solo gli ulivisti impenitenti e impertinenti», rimarca Franco Monaco. Ma spiragli si aprono anche dalle parti della segreteria. Giorgio Tonini, vicino a Veltroni, ammette che sarebbe «utile» un congresso «prima delle elezioni europee». Il senatore non rinuncia però a lanciare una stilettata ai «parisiani»: «Francamente, non ho capito qual è la proposta alternativa che viene da questi amici». Intanto resta alta la tensione dovuta ai conflitti locali che agitano l'estate dei democratici. Cacciari insiste: il Pd non esiste al Nord e nemmeno al Sud, «bisogna convocare una congresso vero e tutto deve avvenire il più presto possibile». Ed è proprio sui tempi che mettono l'accento i dalemiani. In ambienti vicini all'ex ministro degli Esteri sottolineano che le questioni locali devono essere regolate a livello locale, mentre c'è un problema che riguarda il governo generale del partito che andrebbe affrontato e risolto nelle forme più adeguate e con grande tempestività. Senza aspettare il congresso, rimarcano.

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