Giancarla Rondinelli g.rondinelli@iltempo.it Sulla carta si ...
Primo: «Può un partito come il Popolo della Libertà essere costruito solo a livello verticistico?». Secondo: «Possono quattro persone sedersi a tavolino e decidere per oltre trecento parlamentari?». Interrogativi chiari e che esprimono un certo malumore sull'operazione partito unico, un sentimento che, per gli organizzatori del meeting siciliano, regna in numerose basi territoriali dei due partiti. L'idea di organizzare il forum Pdl è venuta a Nicolò Cristaldi di An, ex presidente dell'Assemblea regionale siciliana. Un invito a cui, per ora, ha risposto una cinquantina di parlamentari pidiellini, tra cui Silvano Moffa, Mario Landolfi, Adriana Poli Bortone, Domenico Nania, Santo Versace, Renato Farina, Roberto Menia, Gennaro Malgieri e Angela Napoli. Tutti i partecipanti rifiutano l'etichetta di "frondisti" e preferiscono essere chiamati se mai "pasdaran" del Popolo della Libertà. Il comitato organizzatore dell'incontro assicura: «Non vogliamo essere una spina nel fianco di Berlusconi, vogliamo solo poter dare realmente un contributo al nascente Pdl» in nome di un partito finalmente democratico sul piano organizzativo e delle scelte. Del resto, come denuncia Cristaldi, finora non c'è stata alcuna occasione di confronto, per lo meno non coinvolgendo il territorio: «Mi chiedo se sia sufficiente mettere insieme Fi e An per avere una classe dirigente degna di un partito come il Pdl», tuona il deputato di via della Scrofa. «Le basi si sentono messe da parte. Dai vertici non abbiamo notizie, anzi per averle dobbiamo andare a caccia di agenzie di stampa o leggerle direttamente sulle pagine dei quotidiani». Insomma, il nuovo soggetto politico non è ancora nato che già si stanno verificando le prime difficoltà sulla fusione di due partiti complessi come Fi e An, con numerosi sindaci, assessori, governatori, militanti sparsi nel paese che aspettano di sapere come muoversi, chi sono gli interlocutori, e come poter contribuire al progetto. «Un partito non lo si crea in laboratorio - spiega uno dei partecipanti al forum trapanese - deve considerare le realtà territoriali. Altrimenti, avremo un partito in vitro, basato semplicemente sulla spartizione delle quote, così come ha fatto il Pd». C'è chi, negli ambienti azzurri della capitale, fa notare che il malumore per lo più proviene da An, «basta osservare la lista dei partecipanti al forum». Secca la replica degli organizzatori: «Alleanza Nazionale è storicamente un partito molto più radicato sul territorio rispetto a Forza Italia. Ma anche nel partito del cavaliere ci sono parecchi scontenti di come si stanno conducendo le cose». Le senatrice Poli Bortone usa toni più soft: «Dobbiamo imparare soprattutto a stare insieme per individuare gli obiettivi politici da portare avanti». Si parla tanto di federalismo fiscale, dice la senatrice, «discuteremo anche di questo argomento che ci interessa tanto». Intanto, dai vertici dei due partiti arriva, per ora, un secco no-comment al forum. «Non mi meraviglia - chiude Cristaldi. Negli ultimi mesi abbiamo fatto comunicati stampa, scritto lettere, chiesto appuntamenti ai nostri responsabili per poter manifestare il nostro pensiero e le nostre perplessità». Qualche risposta? «Ovviamente nessuna».