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E Scalfari ammette: «La sinistra non decide»

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Ieri è stata la volta di Scalfari e Bondi. Da un lato il vecchio giornalista, fondatore di Repubblica e instancabile «fustigatore» del berlusconismo. Dall'altro l'ex comunista passato a Forza Italia, ministro della Cultura e poeta. Due personaggi schierati su sponde opposte dell'impegno politico, perseguito dal primo come critica esterna, e dal secondo come coinvolgimento interno nel governo. Un faccia a faccia che si è svolto ieri nella cornice di «Cortina-incontra» fra Eugenio Scalfari e Sandro Bondi. Occasione del meeting, il libro dell'ex direttore «L'uomo che non credeva in dio». Ma più che a presentare l'ultima fatica di Scalfari, il dibattito moderato da Enrico Cisnetto è servito a mettere a confronto le politiche dei due. Posizioni, ovviamente, molto distanti. Anche se la premessa di Bondi, che ha parlato di «rivoluzione dell'io, di una conversione della coscienza individuale» per ottenere quella «libertà responsabile che si fonda sulla relazione con gli altri all'interno di una comunità», ha trovato d'accordo Scalfari. «Così come parla, Bondi me lo incarterei e me lo porterei a casa - ha commentato il fondatore del quotidiano anti-berlusconiano per antonomasia - Ma mi chiedo come faccia a stare in quel partito...». Secondo Scalfari, in sintesi, l'attuale premier è uno dei maggiori responsabili di un cambiamento in peggio della società. La ricerca del profitto subito e ad ogni costo, «dell'immediatezza della comunicazione e della rapidità dei risultati» devastano l'opinione pubblica perché «la riduce ai suoi interessi immediati, che non possono che essere privati, non pubblici». Bondi ha replicato sostenendo che l'opinione pubblica «è devastata dalle ideologie, e soprattutto da quelle di sinistra», ha definito quella di Veltroni «fuga nell'irrealtà», ha sottolineato che la sinistra non comprende le esigenze dei cittadini e che è destinata a scomparire. Un fenomeno che non può che dispiacere a chi «si augura una destra democratica e una sinistra riformista per poter costruire una democrazia normale». Scalfari ha ammesso che l'errore di Prodi e della sinistra è stato quello di non decidere, ma ha «rassicurato» Bondi: «Veltroni ha perso le elezioni». Ma un pugile messo al tappeto bisogna dare il tempo di rialzarsi e di reagire. E lui lo farà.

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