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E invece si è aperta una nuova interdipendenza tra mercati ...

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Nel volgere di due anni, gli Stati Uniti sono diventati il principale produttore mondiale di biocarburanti e oggi un quarto della produzione cerealicola americana è destinata alla produzione di biocarburanti. Nell'attuale congiuntura, con le risorse agricole e le tecnologie disponibili, i sussidi statunitensi ed europei per la produzione di biocarburanti sono in realtà uno dei motori chiave della spirale inflattiva in atto. Certo, i meccanismi in gioco sono anche altri: il forte deprezzamento del dollaro tra gennaio 2002 e giugno 2008; la crescente meccanizzazione della produzione agricola e industriale nelle economie dei paesi in via di sviluppo; la crescita della domanda energetica; l'intenso sviluppo di un mercato di contratti future per i cereali. Insieme, questi fattori spiegano una quota dell'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari che è certamente superiore a quella riconducibile al cambiamento degli standard alimentari di cinesi e indiani. Nel lungo periodo, l'aumento della produzione di biocombustibili potrà ridurre la domanda di combustibili fossili, contribuendo alla riduzione dei prezzi del petrolio: il colpevole di oggi potrebbe salvarci da crisi peggiori domani. Nel breve periodo, però, le prospettive sono tutt'altro che rosee. Le variazioni dei prezzi petroliferi si diffondono solo lentamente nel sistema economico, a partire dai settori a maggiore intensità energetica. Anche la tanto sospirata riduzione del prezzo del petrolio di questi giorni, se confermata nelle sue tendenze di fondo, potrà tradursi in una diminuzione delle pressioni inflattive solo nel medio - lungo termine. I biocombustibili non sono un male di per sé, soprattutto per i paesi che investiranno nello sviluppo di fonti energetiche rinnovabili e nell'ammodernamento di trasporto e logistica. Ma sono necessarie misure coordinate su scala internazionale, liberalizzando il commercio di biocombustibili, eliminando tariffe e dazi per i Paesi in via di sviluppo, promuovendo la produzione di OGM e biocarburanti di seconda generazione. Nell'immediato, alcuni degli strumenti chiave per tenere a bada l'inflazione stanno oltre la siepe del giardino. E' bene non dimenticarlo. Fabio Pammolli e Massimo Riccaboni

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