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La Russa: «Al vertice sullo statuto porte chiuse, come fa Mourinho»

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«È inutile che me lo chiediate - insiste - non vi dirò né chi saremo né dove ci riuniremo». Si dice che sarete un numero ristretto e che vi vedrete a Milano... «Se pensate di saperlo, bene, scrivetelo. Ma io non vi dirò nulla». E il premier? Domenica sarà a Milano per il trofeo Berlusconi, non è che verrà anche lui? «No, Berlusconi non ci sarà», assicura. Comunque, dice, per il momento i partecipanti che hanno confermato sono cinque o sei «compreso il sottoscritto e Gianfranco Rotondi. Sarà - sottolinea l'esponente di An - una riunione informale, ma ho chiesto di non rendere noto né dove si tiene né quando perché, se c'è la stampa sotto, può sembrare che scorrano i titoli di coda della riunione ancora prima che arriviamo e che cominciamo a parlare. Invece questa riunione non rappresenta i titoli di coda, ma semmai i titoli di testa. Alla fine della riunione ci sarà un comunicato congiunto, ma nessuna comunicazione da parte dei singoli partecipanti», torna a ribadire La Russa. «Su una cosa importante e delicata quale lo statuto del nuovo partito dobbiamo fare una discussione seria. C'è un clima coeso - conclude il ministro della Difesa, spiegando l'obbligo alla riservatezza - che è tutto l'opposto di quella specie di guerra che è sembrata emergere, a leggere le dichiarazioni sui giornali, su ogni questione, che si trattasse del reggente o di altro». Intanto, sul fronte del governo, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, conferma l'intenzione del governo di accelerare sulle riforme e apre al centrosinistra, chiedendo la sua collaborazione. A settembre il governo presenterà in Parlamento il federalismo fiscale, la riforma della giustizia e quella della legge elettorale per le europee. E quest'ultima approderà con molta probabilità al Consiglio dei ministri del 28 agosto, il primo della ripresa. «Su queste tre riforme, confidiamo nel contributo dell'opposizione», ma niente veti, spiega il parlamentare azzurro, che rivendica il lavoro fatto in Parlamento nei primi 100 giorni, sottolineando che sulle questioni di fiducia il Berlusconi quater ha fatto meglio di Prodi: cinque a sei e solo su tre decreti legge in totale.

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