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Giancarla Rondinelli [email protected] Pronto ...

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Scusi, ma Bossi l'altra sera ha detto che volete rimettere l'Ici. (Sorride) «Io l'ho detto circa un mese fa in Commissione bicamerale, e non è successo niente. La stessa cosa detta da Bossi, tra l'altro in un discorso molto più ampio, viene estrapolata e strumentalizzata per ricamarci sopra inutili polemiche. Mica parliamo di Ici alla vecchia maniera». Ci spieghi meglio. «Questa tassa va rivista e calata in quello che è il federalismo fiscale. La proposta che porterò, infatti, non sarà una semplice reintroduzione dell'Ici, ma prevederà la soppressione delle oltre dieci tasse relative alla casa (Stato, Regione, Comune) e la loro sostituzione con un tributo unico, proprio a vantaggio dei Comuni». Quindi il cittadino pagherà una sola volta? «Sì, e questo significa che si semplificherà la fiscalità, si ridurrà la burocrazia, e soprattutto il cittadino potrà controllare direttamente se le cose, per cui paga, funzionano sul serio. Finalmente!». I suoi alleati però non l'hanno presa molto bene? (Ride) «Ma non l'hanno capita! E poi, scusi, non mi sembra che quelli che hanno parlato siano dei grandi esperti in temi fiscali». Quindi andrete avanti? «Certo. E non solo. Questa razionalizazzione avverrà anche per le Province e le Regioni. In questo modo è possibile anche far scattare dei meccanismi di rispetto delle norme, magari mettendo anche delle addizionali». Ministro parliamo di Pdl, altro argomento clou del prossimo autunno. «Sicuramente non sarà cosa semplice. Certo, ha funzionato a livello di elezioni, superando le prime fasi. Ora però arriva la fase più complessa: da quello che è un discorso tra i vertici bisogna passare sul territorio. Bisogna avere il coraggio di gestire i vari "capetti" locali e mettere tutti insieme». E poi c'è la questione del reggente. «Altra bufala agostana. Sa cosa le dico? Che adesso come adesso di leader ce ne sono pure troppi. Si tratterà di individuare quello più bravo». Qualche nome? «Dipende da cosa si intende per reggente e dal ruolo che deve avere. Io credo che, più che un reggente ci sia bisogno di un gran lavoratore, uno che operi a tutto campo e magari stando anche in seconda linea». Cosa ne pensa dell'apertura di Rotondi all'Udc? «Sinceramente non l'ho capita. Ad aprile abbiamo votato, a maggio si è insediato il governo scelto dagli elettori. Casini ha scelto di rimanere fuori. Discorso diverso è invece dialogare con loro per le riforme, come si fa con l'opposizione. Ma niente di più». Altra polemica agostana: Commissione Amato. Lei è per il dialogo bipartisan? «Io ho fatto la mia commissione una settimana dopo la nomina a ministro: un pensatoio in cui ci sono teste pensanti di destra e sinistra. Quando si parla di riforme il dialogo bipartisan ben venga. Altra cosa è l'azione di governo». Perché ce l'avete tanto con gli insegnanti meridionali? «Il discorso è un po' più ampio. Sin dall'inizio abbiamo condiviso con il ministro Tremonti molti discorsi critici sulla scuola. Per esempio, sul fatto che abbiamo il numero più alto d'Europa di bidelli e insegnanti. Da qui si sono fatte alcune valutazioni generali, tra cui anche quella degli insegnanti meridionali. Secondo lei non abbiamo diritto ad avere quelli provenienti dalle nostre regioni?». Ma è sempre stato così, anche perché al Sud ci sono meno posti di lavoro. «Appunto, vengono da noi in massa. Poi chiedono di tornare a casa e lasciano le cattedre vuote. Non ha senso». Lei ha avuto qualche insegnante meridionale? (Pausa)«Due: uno alle medie, il prof. Silvestri, pugliese, ma da trent'anni a Bergamo, quindi...Il secondo alle superiori, poco comprensibile». È soddisfatto finora della sua esperienza da ministro? «Assolutamente sì». Da uno a dieci? «Otto. Devo raggiungere altri obiettivi per arrivare al massimo». Lei ha detto che taglierà le leggi in tre anni e poi scioglierà il suo ministero. «Esiste il ministro ma non esiste il ministero. C'è solo un obiettivo da raggiungere e io lo farò. Dopodichè si scioglierà il tutto. Sono come uno yogurt, dopo un po' scado». A via Bellerio parlate ancora di "Roma-ladrona"? «Guardi, con il federalismo fiscale saranno i cittadini stessi a rendersi conto di come viene gestita la loro città. Altro che ladrona, abbiamo avuto la banda bassotti. Se la capitale fosse in mano alla lega...». Se fosse in mano alla lega? «Beh, verrebbe gestita come se fosse un'azienda. Deve funzionare come tutte le altre». Le piacerebbe fare il sindaco di Roma? «Per carità! È contro il federalismo fiscale».

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