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Giancarla Rondinelli [email protected] L'input che si ...

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Un trafiletto di circa venti righe su Avvenire, quotidiano della Cei. Stessa cosa sui principali blog di stampo cattolico: sul "Paparatzingerblog", sito vicino alla figura del Pontefice, si legge: «Queste schermaglie poco o nulla hanno a che fare con la fede e la Chiesa e molto con la politica. Pertanto esse vanno al di là del "raggio d'azione" di questo spazio virtuale». Del resto, le parole di Padre Lombardi sono chiare: il settimanale dei Paolini «non ha titolo per esprimere né la linea della Santa Sede né quella della Conferenza episcopale italiana», ribadendo che, per quanto Famiglia Cristiana sia una testata importante della realtà cattolica, le sue posizioni dipendono esclusivamente da scelte della direzione. In sostanza: il Vaticano è una cosa, Famiglia Cristiana un'altra. E questo a scanso di equivoci o di "facili leggende popolari" per cui, siccome il settimanale dei Paolini è diffuso nelle chiese, significa che riporti direttamente il vatican-pensiero. Sarà per questo che, ieri, nella Città del Vaticano, di tutto si parlava tranne che della querelle FC-Pdl. Anzi, nel giorno della «scomunica» ufficiale della rivista dei Paolini, l'Osservatore Romano decide di rendere omaggio a Tex Willer, eroe del western made in Italy. Due intere pagine dedicate ai sessant'anni del personaggio: il «giustiziere americano dalle idee chiare, capace di distinguere, "senza se e senza ma, il buono dal cattivo». Come a dire, a buon intenditor... «Qui - spiegano da ambienti vaticani - è noto come questo settimanale lavori: in un certo senso sono fuori dalla realtà. Affrontano sì i grandi temi (famiglia, la droga, i giovani ecc), ma utilizzando vecchi schemi. Il riferimento al fascismo è uno di questi ». E pensare che all'inizio della sua storia, Famiglia Cristiana, era tutt'altra cosa: Paolo VI, negli anni sessanta, ne parlava come di un «miracolo di buon senso». Poi ha cambiato via via rotta. E ormai, da più di un decennio, la Chiesa istituzionale ne ha preso le distanze: basti ricordare il commissariamento nel 1997 di Giovanni Paolo II, per le posizioni troppo audaci in materia sessuale espresse dalla rivista. Da allora, la scelta editoriale di FC è stata: rientrare in qualche modo nei canoni della morale cattolica, ma mantenendo una sua indipendenza. Ecco le sue battaglie politiche. Intensificate da quando il centrodestra è tornato al governo: sferzate sempre più frequenti, con toni più pungenti e posizioni molto più nette. Attacchi su attacchi e su quasi tutti i provvedimenti intrapresi dal governo Berlusconi. Motivo per cui, ora, il Pdl non esita, punta il dito e parla di un settimanale «fatto da militanti, allineato con Manifesto e Unità». Provocazione a cui replica direttamente l'FNSI: «è un giornale non un partito». Viene quasi da chiedersi cosa ne pensi il papa di tutta questa storia. Qualcuno da Oltretevere risponde: «Sicuramente non perde tempo a seguire queste polemiche sciocche. Pensa davvero alle questioni importanti...».

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