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«No allo zapping

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sul dialogo»

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Oppure è inutile iniziare». Cesare Damiano, ex ministro del Welfare, apprezza le parole di Bonaiuti per un confronto con il Pd su lotta all'inflazione e aiuti ai salari. Aprezza, ma aggiunge subito un «però». Perché? Qual è il suo dubbio? «Guardi, il Pd ha fatto uno sforzo vero per aprire il confronto. L'atteggiamento del governo è stato invece a tratti finanche contraddittorio. E proprio sul tema del lavoro, dei salari». A che cosa si riferisce in particolare? «Sul tema del lavoro il governo ha attuato una vera e propria controriforma rispetto alle decisioni che erano state prese dall'esecutivo precedente, dalle parti sociali, dai lavoratori, dai pensionati». Da lavoratori e pensionati? «Certo, pensi che appena un anno fa, il 23 luglio 2007, veniva raggiunto l'acccordo per il protocollo sul welfare. Che poi è stato esaminato e votato da cinque milioni tra lavoratori e pensionati. E di fronte a tutto ciò l'attuale governo ha deciso di togliere di mezzo pezzi importanti di quella riforma a colpi di fiducia e con un dibattito strozzato e contingentato». Quali sono le precedenti misure che sono state cancellate? «È un processo complesso. Ma ci sono state decisioni singole che hanno avuto una portata enorme. Penso al tentativo di cambiare la norma che impedisce la pratica barbarica dell'assunzione post-mortem che era stata vietata con l'obbligo di comunicare l'assunzione il giorno prima dell'inizio del lavoro. Il governo aveva provato a eliminare quell'obligo ma poi, anche per la nostra opposizione, ha fatto marcia indietro. Penso ai contratti a termine deregolati con una clausola che potrebbe essere incostituzionale. Penso alle dimissioni in bianco, altra pratica che cominciammo a vietare con una legge votata da 400 deputati su 407 nella scorsa legislatura. Tra i firmatari vi erano anche Prestigiacomo, Carfagna e Gelmini: ora che sono ministre si battano contro le scelte che non condividono del loro stesso esecutivo». Fin qui il passato. E il futuro? La recessione è alle porte. «I salari sono all'ordine del giorno dell'attività del Pd. E non ci sottrarremo al confronto. Ma ci sono delle domande di fondo. Per esempio: l'inflazione sulle nostre tavole è al 6%, quella media al 4, quella programmata all'1,7. Il governo ha intenzione o no di rivedere all'alto quest'ultimo dato?». Quali interventi suggerisce? «Penso a interventi sulle retribuzioni medio-basse, attraverso la detassazione generalizzata, e con il miglioramento dei salari di produttività. Oppure voglio ricordare che il governo precedente aveva istituito la quattordicesima per tre milioni di pensionati. Si tratta di un aumento di 400 euro su base annua. Possiamo immaginare anche la quidicesima». E i soldi? «S'è voluto togliere l'Ici a tutti, anche ai ricchi. Era meglio intervenire solo su alcune fasce che stanno soffrendo di più in questa fase».

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