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Silvio fa il «miracolo» in 100 giorni

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Il settimanale americano, infatti, nel suo ultimo numero, traccia una sorta di analisi su quanto fatto finora dal governo. I toni sono cauti (della serie si è fatto tanto ma ancora c'è molto da fare), le considerazioni sono svariate, ma la valutazione complessiva è positiva, tanto da parlare di «miracolo», virando rispetto allo scetticismo con cui la testata americana aveva commentato la vittoria del Pdl. E lo fa già dall'incipit dell'articolo: «Nei primi cento giorni Berlusconi potrebbe aver realizzato l'impossibile: a un livello senza precedenti nella storia italiana moderna, ha stabilito il controllo di questa apparentemente ingovernabile nazione», si legge. «I partiti di opposizione sono occupati a litigare e Berlusconi, ora primo ministro per la terza volta dal 1994, ha un tasso di approvazione del 55%. Più alto di quelli del premier britannico Gordon Brown, del presidente francese Nicolas Sarkozy o del primo ministro spagnolo Josè Luis Rodriguez Zapatero». Pensare che solo qualche mese fa, proprio Newsweek, lanciava una pesante stilettata alla destra «che domina ormai in quasi tutta l'Europa», ad eccezione di Spagna, Gran Bretagna e Portogallo: «Cosa ci faranno con tutto questo potere? Ahimè, la risposta sembra essere non molto», era l'analisi. Ce n'era per tutti: da Sarkò alla Merkel, da Boris Johnson (primo cittadino di Londra) ad anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno, «un politico post-fascista». Ovviamente, il premier italiano non era stato risparmiato: «Ha già avuto due occasioni per applicare il suo brio degli affari nell'economia italiana. Avrà fortuna la terza volta?», si interrogava il settimanale Usa, con la curiosità di chi vuol rimanere alla finestra e guardare cosa accade. Detto fatto. Nell'articolo uscito ieri, il reporter americano passa al setaccio tutti i principali provvedimenti emanati finora, cominciando dalla legge sull'immunità alle alte cariche dello Stato («incluso lo stesso primo ministro»), passando per la gestione dei rifiuti a Napoli («città per mesi sepolta dalla spazzatura»). «Con la stessa risolutezza, Berlusconi ha contrastato la percezione che la criminalità sia in aumento (nonostante i dati dicano altrimenti) e che gli stranieri ne siano i responsabili», prosegue Newsweek ricordando «lo stato d'emergenza per combattere l'immigrazione clandestina» e la legge per la raccolta delle impronte digitali dei rom sostenuta nonostante «l'opposizione dei gruppi per i diritti umani e dell'Unione europea». Ma soprattutto, scrive Newsweek, gli italiani chiedono sicurezza, economica e non solo. «E Berlusconi gliela sta fornendo con il suo "pugno di ferro in un guanto di velluto"». Insomma, quasi un vero plauso a stelle e strisce (con tanto di foto istituzionale del premier), accolto con soddisfazione dall'intero Pdl. «Anche perché - commenta qualcuno negli ambienti pidiellini - di solito non è così. Anzi, a volte, ci massacrano proprio». Lo stesso Berlusconi, più volte ha messo in luce l'atteggiamento, per così dire, non proprio gentile nei suoi confronti da parte della stampa internazionale. Basti ricordare i variegati commenti, per lo più «di stupore» rispetto al risultato delle ultime politiche. Si andava dall'«unfit», inadatto, del britannico Economist, al secco giudizio dell'Indipendent «spiacevole ritorno», passando per il New York Times: «Con l'economia malata, un'Italia frustrata sceglie Berlusconi». Trait d'union tra tutte le testate era, comunque, la volontà di osservare come il nuovo premier italiano avrebbe sciolto i tanti nodi rognosi, lasciati dal governo Prodi, come la questione rifiuti. Il Newsweek, per primo, ha deciso di recapitare a Berlusconi un riconoscimento internazionale. C'è già chi aspetta che lo faccia anche qualcun altro.

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