Fabio Perugia [email protected] Lui l'Udc la vuole da ...
È stato vicesegretario Dc, ministro dell'Università, vicepresidente del Parlamento europeo, direttore del Popolo. È professore di Storia Contemporanea. Fontana, Gianfranco Rotondi avanza l'ipotesi Udc nel Pdl e nel governo. Lei che risponde? «Dico che questa ipotesi del ministro Rotondi è un fatto positivo, anche se è uno scenario che arriva in ritardo». Si riferisce ad alcuni leader che, a differenza di Rotondi, non hanno scelto Berlusconi? «Io l'ho detto subito. Il grande errore di Pier Ferdinando Casini è stato questo: doveva essere lui l'uomo che aderiva al Partito popolare europeo, attraverso il Popolo della libertà». Ma non l'ha fatto. «Se lui intende fare marcia indietro ora ben venga». Cosa sarà il Pdl con l'Udc? «Intanto diciamo che si creeranno dei problemi quando Casini, se lo farà, deciderà di entrare nel Pdl. Ma, del resto, entrare nel Ppe è sempre stata una nostra vocazione e se anche il Pdl vuole andare in quella direzione...». La richiesta di Rotondi arriva perché sono assenti alcuni valori nel Pdl? «Non c'è dubbio che c'è un po' di carenza di valori cattolici nel Pdl. Vede, con la fine della Dc non è finita la questione cattolica in Italia». Ipotizzando Casini nel Berlusconi IV, non penserà che l'ex presidente della Camera si limiterà a portare i suoi valori nel Pdl. «Ma la vera difficoltà sarebbe proprio dove mettere un rappresentante Udc nel governo». Quindi? «Beh, i grandi posti sono stati già occupati. Da sempre la grande vocazione di Casini è la politica estera, ma quel ministero è ben gestito da Franco Frattini». Senza contare che l'inserimento di una «nuova area» potrebbe scombinare l'asseto dell'esecutivo che, almeno al cittadino, comunica stabilità. «E infatti il rischio potrebbe essere un no di Bossi. Non dimentichiamo, poi, che potrebbe arrivare la reazione dura di Silvio Berlusconi dopo le parole di Casini al suo amico Putin». Intanto sono passati più di tre mesi dal giuramento del governo. Che idea si è fatto? «Sono stati mesi molto buoni. Io ho preoccupazioni per il futuro». Perché? «Perché se questo partito nasce per eliminare le preferenze c'è un rischio di rappresentanza che potrebbe sfociare anche in una ribellione nel Paese, come successe nel '92-'93». Quale ministro l'ha convinta più di altri? «Gelmini, Tremonti e il tandem Berlusconi-Frattini per la politica estera». Lei è un professore, cosa suggerisce al ministro Gelmini? «Sta lavorando bene, ma le suggerisco di ottenere un po' più di contributi per l'università e la ricerca». L'università non è tutto. Siamo in fondo alle classifiche perché i nostri ragazzi escono dalla scuola con una scarsa preparazione. «Iniziare con istituire maggiore serietà e impegno scolastico, si veda il 7 in condotta, non è male. Alla scuola manca serietà nell'impegno e rispetto per i professori».