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Alessandro Bertasi Il Popolo delle Libertà aggiungerà un ...

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Destinatario: Pier Ferdinando Casini, leader dell'Udc. I due, peraltro, si erano visti ai funerali di Gava appena quattro giorni fa. «I tempi che hanno portato ad una divisione con l'Udc - sostiene Rotondi - sono cambiati. In autunno è possibile allargare il governo e ci sono formidabili condizioni per ricomporre lo strappo che ci ha visti avversari nell'ultima tornata elettorale. È tempo di creare in Italia una nuova unità dei cattolici sempre nel segno del Ppe». Continua Rotondi: «La mia è una riflessione personale ma amerei che dall'Udc non venisse un diniego. Questa è l'ultima fermata. Casini può salire sul treno tenendo presente che in autunno è possibile un allargamento di governo, oppure può scegliere un altro tragitto sul quale però ritengo si abbatterebbe la maledizione delle due elezioni: in Europa tutti i partiti democristiani che hanno scelto la sinistra sono spariti nel giro di due elezioni e una l'Udc l'ha già consumata». L'apertura di Rotondi fa discutere e ripropone il problema del ruolo dei piccoli partiti rispetto alle corazzate Fi e An. Nella maggioranza c'è chi giura che dietro le frasi del ministro ci sia lo zampino del Cavaliere, nel senso che Berlusconi vuole lanciare un aut aut a Casini: o dentro o fuori. S'avvicinano le Regionali in Abruzzo e anche le amministrative in Trentino, l'Udc, è il pensiero del Cavaliere, scelga: o di qua o di là. Insomma, alla ripresa estiva ci sarà da decidere e capire che vorrà fare l'Udc che alle scorse Regionali in Sicilia e in Friuli ha di fatto corso con il centrodestra, in controtendenza sulla rottura a livello nazionale. Rotondi, d'altro canto, prova a rafforzarsi all'interno del Pdl per non rimanere schiacciato dalle due superpotenze, Forza Italia e An. A cancellare comunque ogni speranza di grande coalizione è stato il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa che, pur ringraziando per la possibile apertura, respinge l'invito motivando: «Annegare la nostra tradizione in un contenitore indistinto che comprenda anche forze di destra, sarebbe un controsenso». Ancora più lapidario si è dimostrato Maurizio Ronconi, ex deputato centrista: «L'invito del ministro Rotondi all'Udc è arguto ed è la prova più esplicita di quanto sia asfittico un bipolarismo tra socialisti ed ex missini da una parte ed ex comunisti dall'altra con una antistorica emarginazione dei cattolici». Rotondi assiste alle reazioni e poi rilancia: «Sono contento di aver rotto il ghiaccio - dice il ministro - e nel limite del possibile di aver cercato di riunire i democratici cristiani come e dove è possibile farlo nel nostro tempo». Il disegno di promuovere il sodalizio tra cattolici, moderati, riformisti e liberali da parte di Berlusconi piace anche a Stefano Caldoro, segretario nazionale del Nuovo Psi (anche lui teme di finire stritolato tra i grandi) a patto che «coinvolga sin dall'inizio tutte le culture politiche». I piccoli, all'interno del Pdl, provano a riorganizzarsi per evitare che il nuovo soggetto venga deciso a tavolino da Denis Verdini e Ignazio La Russa escludendo tutti gli altri. Chi invece sembra, almeno non ufficialmente, non interessarsi alla cosa, è An che non si è espressa con nessuna dichiarazione sul caso.

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