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Il problema del caro prezzi non colpisce solo il nostro ...

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A spingere i sudditi di Sua Maestà a tagliare i consumi, a scegliere gli hard discount al posto dei normali supermercati e a dire addio ai marchi più cari e pregiati sono stati soprattutto gli aumenti da capogiro registrati per alcuni prodotti: un pollo intero da fare arrosto oggi costa infatti quasi 5 sterline, ben il 131,5% in più rispetto allo scorso anno, mentre per mezzo chilo di fusilli si sborsano oggi 79 centesimi, il 113,5% in più. L'indice compilato dal tabloid elenca anche gli aumenti delle spese per la casa, dai mutui alle bollette: a erodere le finanze delle famiglie del Regno, emerge, sono stati soprattutto il gas e l'elettricità, saliti del 28,2% e del 20% rispettivamente. Un mutuo costa invece circa il 6,2% in più, mentre l'acqua è salita solo del 3,7%. Ad alleggerirsi è stata soltanto la spesa per la connessione internet: il costo di un abbonamento per banda larga è sceso circa del 3,3%. Sommati a bollette sempre più salate e a benzina e diesel sempre più cari, gli aumenti dei generi alimentari, riporta il Daily Mail, contribuirebbero quindi a far salire le spese «indispensabili» di una famiglia media di circa 830 sterline (poco più di 1.000 euro) all'anno. Non stupisce quindi che gli aumenti stiano mandando in rosso sempre più persone: proprio della scorsa settimana è, infatti, la notizia che il numero di abitazioni messe all'asta da chi non ce la faceva più a pagare il mutuo è salito del 40% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In alcune parti del Regno intanto, qualcuno è già riuscito a studiare un modo per evitare di sperperare tutti i propri risparmi al supermercato, reintroducendo il baratto. Un pub di Edgefield, vicino a Holt, nella contea di Norfolk, ora realizza tutto il proprio menù non più con prodotti acquistati bensì con i polli, le uova e le verdure portati dai clienti, che in cambio bevono gratis. «Qualunque cosa commestibile va bene. Una volta qualcuno ci ha portato persino un cervo, che il nostro chef ha macellato», ha spiegato Cloe Wasey, manager del The Pigs, il pub in questione. Intanto le grandi marche hanno trovato un modo furbo per aumentare all'insaputa dei consumatori il prezzo dei prodotti alimentari confezionati: riducono il peso. La "fregatura" è stata denunciata qualche giorno fa dal tabloid Daily Mirror, sulla scia di un'inchiesta nei supermercati del Regno Unito, mette in evidenzia . Secondo il giornale i clienti che hanno pensato di avere le mani più grandi quando ultimamente hanno afferrato nei supermercati una barretta di cioccolato Mars o un tubo di patatine Pringles si sono sbagliati: le loro mani sono grandi eguali, in compenso si è rimpicciolita la quantità di prodotto. Il Mirror precisa che - con la scusa di combattere l'obesità - la barretta di cioccolato si è ridotta del 9% mentre la confezione classica di patatine Pringles contiene adesso 170 invece di 200 grammi. Stessa musica con alcune confezioni di fette di formaggio (pesano 20 grammi in meno) e con la tavoletta Cadbury di cioccolato al latte (passata da 250 a 230 grammi). «Siamo sconcertati nell'apprendere di riduzioni nella confezione delle merci alimentari non accompagnate da adeguati riduzioni di prezzo: è una politica che si applica ampiamente negli Usa e che non vogliamo venga importata nel Regno Unito» ha tuonato Lucy Yates del "National Consumer Council", un'associazione sorta a difesa dei consumatori. La multinazionale Kraft, produttrice del formaggio a fette messo sotto accusa, ha reagito affermato che si è limitata ad una «armonizzazione del peso dei prodotti dell'intera gamma». A quanto denuncia il "Mirror" l'andazzo non è circoscritto ai prodotti alimentari: Palmolive ha ad esempio ridotto il peso di molte sue saponette da 125 a 100 grammi.

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