Il conto salato arriva
Questo senza alcuna differenza tra mare e montagna, con rialzi oltre il tasso medio di inflazione sia negli stabilimenti balneari che sugli impianti di risalita. Il quadro è davvero preoccupante: il caro-vacanze fotografato dall'Istat evidenzia che carburanti e lubrificanti, trasporti aerei, ferroviari e marittimi, ma anche pacchetti vacanza, stabilimenti balneari e impianti di risalita hanno registrato, a luglio, rincari molto superiori al tasso medio di inflazione (confermato al +4,1%). In particolare, gli aumenti tendenziali più marcati si sono registrati per i prezzi dei carburanti (+17%), dei biglietti aerei (+11,7%) e di quelli ferroviari (+8,3%). Una «dinamica tendenziale sostenuta» si è rilevata anche per i prezzi dei trasporti marittimi (+8,1%), con rincari sia per il trasporto dei passeggeri (+8,8%) che per quello delle auto (+6,4%). Gli italiani che hanno scelto quest'anno di passare le loro vacanze al mare, sono stati penalizzati, con un aumento di circa 8%, per una giornata in spiaggia con ombrellone e lettino. Non è andata meglio a chi ha scelto la montagna, dove i prezzi agli impianti di risalita sono aumentati del 7,1% in un anno. E per chi si è affidato alle agenzie viaggio, il costo dei pacchetti-vacanza ha registrato un balzo del 5% rispetto allo scorso anno. Rincari al di sotto del tasso medio di inflazione hanno invece interessato i pedaggi autostradali (+3,2%), i ristoranti e pizzerie (+3,5%) e i biglietti di ingresso ai parchi divertimento (+3,7%). In controtendenza a questo fenomeno generale di rincari solo i prezzi degli alberghi (-0,3%), mentre per gli altri servizi di alloggio il tasso di crescita è rimasto, nell'insieme, su valori «relativamente moderati» (+1%, con un +0,2% per i bed & breakfast, un +2,9% per gli agriturismo e +4,1% per i campeggi). Insomma, quest'anno, vacanze più salate, ma non per tutti. Gli aumenti dei servizi strettamente turistici (stabilimenti balneari, agriturismo, campeggi, impianti di risalita, pacchetti vacanza, navigazione marittima) non sono stati uguali, infatti, in tutta la penisola: un'analisi più disaggregata - rileva l'Istat - evidenzia infatti «differenziazioni significative» tra aree territoriali e tipologie di servizio. E così, se il caro-ombrellone ha colpito in particolare le regioni della costa tirrenica (gli aumenti maggiori in Sardegna, Calabria, Toscana), l'incremento è stato più contenuto sulla costa Adriatica (con i prezzi più alti nelle Marche e i più bassi in Emilia Romagna). Per chi ha optato, invece, per la vacanza in agriturismo, è andata meglio a chi ha scelto Umbria e Toscana, mentre gli incrementi maggiori hanno interessato le regioni del Sud, Isole, Marche e Lazio. Per i campeggi i rincari maggiori si sono avuti nelle località di lago, mentre le tariffe sono rimaste pressochè stabili in montagna. Il caro-pacchetti vacanza, infine, è stato particolarmente salato per alcune destinazioni del Mediterraneo, come Cipro, Grecia, Croazia e Baleari.