Fabrizio dell'Orefice f.dellorefice@iltempo.it Lo ...

E il pupillo del titolare del dicastero di via XX settembre non si nasconde dietro a un dito: «I dati dell'Istat? Sono preoccupanti, non c'è dubbio. Anche se...». Anche se? «Anche se, va detto, riguardato una crisi che ormai si sente fortemente in tutta Europa. Anzi, direi che in alzune zone del Continente i sintomi sono anche più netti». D'accordo, ma questo non vuol dire che il governo debba restare a guardare. «Assolutamente. Infatti bisogna intervenire. Per esempio incrementando i poteri alle Authority soprattutto sul fronte dei controlli». Che cosa possono fare le autorità indipendenti? «Quello che stanno facendo, avviando controlli per evitare che si costituiscano cartelli. Ma penso anche ad altri interventi come la pubblicazione dei prezzi per tutta la filiera in modo che il consumatore possa conoscere quanto un prodotto costa alla produzione e si può regolare di conseguenza». Ma non rischia tutta la Manovra di essere vanificata dall'inflazione così alta? «In che senso, scusi?». Nel senso che quello che gli italiani risparmiano con l'abolizione dell'Ici in realtà lo spendono in tutto il resto. «Il rischio c'è, non c'è dubbio. Però è anche vero che nei periodi di crisi bisogna compiere delle scelte. E noi le abbiamo fatte. Andando incontro alle famiglie, togliendo l'Ici. Ma non solo. Istituendo la social card e in generale tutta l'azione del governo prevede di aiutare i più deboli». Basterà? «Per il momento il primo passo è stato fatto. E non è stata roba da poco. L'Italia rischiava il declassamento. Non ce lo dimentichiamo. Agendo sul taglio delle spese e con l'obiettivo del pareggio di bilancio, siamo rimasti in corsa. Ora dobbiamo puntare sullo sviluppo». Come? «Aiutando le imprese. Primo, aiutando le nuove che nascono e vogliono crescere. Secondo, sostenendo quelle già esistendo abolendo passaggi burocratici. Terzo, riducendo la pressione fiscale». Ci dobbiamo aspettare un'altra lenzuolata tipo Bersani. «No, non penso a singoli provvedimenti. Dobbiamo immaginare un complesso di iniziative. Anche la sicurezza aiuta gli investimenti e dunque a fare impresa. Per questo insisto con il dire che i provvedimenti presi vanno giudicati nel contesto generale e non singolarmente». Di sicuro però lo sviluppo è il grande assente dall'azione del governo... «Pazienza, ci vuole solo un po' di pazienza». Sino al 2009? «No, prima. Non si può attendere. Già da settembre bisognerà partire. D'altro canto è stata approvata una Manovra triennale, non abbiamo l'incombenza della Finanziaria che teneva bloccato il Parlamento per sei mesi. Possiamo concentrarci sullo sviluppo».