«C'era un grosso ciondolo azzurro con alcune venature verdi ...
«È stato proprio cortese», commenta la gente che lavora lì. «Ha girato un po' tra i nostri banchi, parlato dei costi della spesa. Si è preoccupato, ma è anche stato sinpatico. Poi ha comprato un po' di cose. Ha fatto shopping». Shopping, appunto. Quello di venerdì scorso non è stato solo un blitz al centro di Roma per testare il costo di una spesa giornaliera in tempi di magra. Il premier ha dedicato, con un occhio ai prezzi, tutta la sua giornata agli acquisti. Ma niente quadri antichi o incursioni a via dei Coronari. Stavolta ha rinunciato anche alla solita visita alla Bottega dell'argento accanto a Palazzo Grazioli. E neppure i costosi giocattoli alla Galleria Alberto Sordi lo hanno attirato. Il premier ha comprato solo piccoli oggetti. Rigorosamente a buon mercato, sulle bancarelle o nei negozi di souvenir. E come spesso succede, è riuscito anche a sedurre. All'ombra della statua di Giordano Bruno la signora Mirella continua a tagliare la sua lattuga. «Permette? Vi spiego io cosa è successo ieri», dice riferendosi alla «sorpresa» che Berlusconi le ha fatto venerdì scorso. «Si è avvicinato e gli ho chiesto: posso dare la mano al nostro presidente? E così abbiamo cominciato a parlare. È stato caruccio e cortese. Mi ha chiesto quanto costano i pomodori e mi ha detto che sono onesta, perché lui li paga 50 centisimi in più al chilo. Certo che - si sbilancia la proprietaria del banco di frutta e verdura - di Berlusconi non ci possiamo lamentare». Soprattutto se è il primo a chiedere quanto aumentano gli alimenti, dice Mirella. Ma è cinque metri più avanti che Berlusconi aveva iniziare il suo shopping. Non prima però di esser passato davanti al banco di un macellaio: «A dotto' due bistecche?». Giuseppe racconta di averlo fermato così. E tra lui e il premier era nata subito una discussione sul prezzo del pollo: «Gli aumenti all'ingrosso ci sono stati presidente. Almeno del 20-25 per cento», gli aveva detto. Berlusconi, racconta Giuseppe, è rimasto in ascolto a prendere mentalmente appunti. Pomodori, frutta, bistecche, piccoli mercati. Un modo per capire come la gente può risparmiare, mantenendo un basso profilo, stando con le persone. Insomma, Berlusconi studia un feeling con il low cost. Poi è passato alla bancarella successiva. Magliette, magliettine, borsette o ciondoli. C'è di tutto. Michele, il proprietario, era pronto per servirlo. «Ha guardato molto i ciondoli - racconta Michele - Io nel frattempo gli ho fatto i complimenti per come ha risolto la situazione a Napoli e lui mi ha detto: "Voglio sistemare tutta l'Italia". È stato alla mano, scherzoso. Poi mi ha chiesto dove compro la merce che espongo. Gli ho risposto e mi ha indicato questi ciondoli. Ha messo mano al portafoglio, certo non proprio lui, e ha comprato 12 pezzi. Costo: 20 euro l'uno» (ma alla fine ci è scappato un po' di sconto). Marcella intanto, che ha anche lei un banco di frutta e verdura, si sbraccia raccontando di averlo visto da lontano: «L'ho invitato a prendere un bel cesto d'uva. Mi ha chiesto quanto costava? Ma che scherziamo! L'ho fatto mangiare gratis, è una brava persona», spiega mentre continua freneticamente a lavorare proprio alle spalle di una bancarella di spezie. Spezie di tutti i tipi. Cannella, cumino, macis, mentuccia, sesamo, curry, taklia, tabbel, zattar, panch puran. Venerdì Berlusconi si è fermato anche qui. E ha puntato la «pasta mix»: «È un condimento», spiega Tony che lo ha servito. «Mi ha chiesto un etto e mezzo di questa spezia e io gli ho detto che la volevamo offrire noi. Ma lui niente. Si è girato verso le guardie del corpo e ha fatto cenno di andare a pagare alla cassa». Insomma, la mattinata al mercatino si era conclusa con qualche ciondolino e un po' di spezie per il pranzo. Ma Berlusconi non era sazio. È nel pomeriggio infatti che ha deciso di sbizzarrirsi. Campo de' Fiori era chiuso, ma sapeva che dalle parti di via del Plebiscito c'è più di un negozietto che vende a prezzi bassi. Negli ultimi mesi si era tuffato spesso tra gli scaffali di Raisa, una bottega gestita da un arabo che vende articoli di bigiotteria e dove è possibile fare ottimi affari. Ma ieri l'altro ha deciso di cambiare. Meglio il negozio di souvenir in Corso Vittorio Emanuele II del cinese Jiang Shuang Biao. Qui i prezzi sono ancora più bassi e si sa, il Cavaliere non è uno che ama buttare soldi. Jiang ci ha messo poco più di dieci minuti a concludere la vendita. In un attimo, racconta il negoziante, Berlusconi «ha comprato 10 borse da "turista" con le scritte "Roma Roma Roma Roma" al prezzo di 12 euro l'una». Poi ha spostato di nuovo l'attenzione sulla sua passione: i ciondoli di vetro. Ce ne sono a centinaia dentro il negozio di Jiang. Di tutti i tipi, colori e forme. «Il presidente ha preso 10 pezzi a 8 euro al pezzo, più un grande pendente». Ma lo shopping low cost è continuato. Sul ripiano vicino la cassa troneggiano delle statuette raffiguranti gladiatori dell'Antica Roma. «Costano solo 12 euro l'una. Berlusconi ne ha prese 8. Poi è andato via». E a shopping finito, il premier si è di nuovo rifugiato a Palazzo Grazioli prima di partire, ieri, per la Sardegna destinazione Villa Certosa. Tornare anche quest'anno alle Bermuda non sarebbe proprio una vacanza low cost.