Vacanze di lavoro
Paolo Bonaiuti, il portavoce, invece, è nelle vicinanze della Costa Smeralda. Ma c'è anche chi, nello staff, ha preso una stanza dell'albergo proprio a Porto Rotondo: non si sa mai. Insomma, nell'entourage del Cavaliere nessuno ha messo l'interruttore in off, al massimo in stand by. D'altro canto non s'è mai visto Berlusconi a spasso per Roma ancora l'8 agosto, come accaduto ieri. Tanto per fare un paragone, nell'ultimo anno di governo la volta scorsa, il 2005, il Cavaliere a questo punto era già in Sardegna a Villa La Certosa da una settimana abbandondante. E comunque, quasi sempre il primo agosto è coinciso con il rompete le righe. Stavolta no, probabilmente Berlusconi lascerà Palazzo Chigi soltanto stamattina tanto che tra i deputati del Pdl già circola una battuta maligna: «Per forza, quest'anno a Villa La Certosa ci sarà pure la moglie...». Sino a ferragosto il premier staccherà la spina, rindosserà giacca e cravatta (anche se quest'ultima ormai la usa sempre meno) soltanto il 17 quando andrà a Milano per il trofeo Berlusconi. Ed è possibile che già il giorno dopo ritorni a Napoli. E comunque ha già fatto sapere che nel capoluogo partenopeo ci sarà il 23, il 28 poi presiederà il primo consiglio dei ministri. L'11 settembre sarà ad Atreju, la festa dei giovani di An che quest'anno sarà aperta anche ai ragazzi di Forza Italia e sparirà la fiaccola, tradizionale simbolo della destra. E, come se non bastasse, il premier pensa anche al Pdl. «Mancano tre mesi al Popolo della libertà per diventare un partito - annuncia in diretta al Tg2 -. Pensiamo che già a gennaio avremo il primo congresso nazionale». Agenda fitta, dunque. Intanto anche il giro al mercato diventa una questione di governo. Il Cavaliere ieri ha fatto un giro tra le bancarelle di Campo de' Fiori, al centro di Roma, dove ha incrociato per caso il ministro Gelmini, e con la solita galanteria, esclama: «Come sei bella, sembri una bambina». Il premier s'è poi fermato a chiedere il prezzo di uova (a un euro) e dei pomodori (tra uno e mezzo e due). Poi è sbottato: «Così è un furto. Siete troppo cari». Poi s'è giustificato: «Forse sono io che non ho più orecchio sui prezzi». Quindi alla fine si fa più serio: «Dopo questa infornata sui prezzi attuali ho verificato che ci sono stati aumenti fino al 30%, che sono l'effetto a cascata dell'aumento del prezzo del greggio, della benzina e dei trasporti». Per combattere l'inflazione il premier ha sottolineato che il governo «sta studiando quali siano le migliori misure da mettere in campo, a partire da accordi con la grande distribuzione». E il tema dei prezzi è uno dei dossier che gli sono stati preparati dai suoi uffici assieme ad Alitalia, federalismo fiscale e giustizia: le grandi riforme che partiranno a settembre.