Il Dragone vuole stupire il pianeta
Tra questi mezzi c'è ovviamente la mano d'opera, che è la base sulla quale stanno costruendo anche la loro, squilibrata ma clamorosa fortuna economica. Viene da pensare che se avranno preparato i loro atleti con lo stesso maniacale zelo che hanno profuso nella cerimonia che ieri ha sorpreso ed incantato chi ha potuto seguirla in TV, i risultati saranno davvero clamorosi al punto da rovesciare d'un solo colpo le più tradizionali gerarchie dello sport mondiale. Personalmente sono più a mio agio se devo raccontare una prodezza di Maradona, un gancio di Muhammad Ali o un rovescio di Roger Federer. Descrivere quello che ho visto ieri in un'umidità asfissiante nel National Stadium di Pechino non è nelle mie corde. Probabilmente i cinesi hanno esagerato, per quantità e qualità di coreografie, pescando senza fare economie nella loro affascinante civiltà. Si sono dimostrati straordinari nel movimento delle masse, nella rapidità degli spostamenti quando hanno schierato 2008 battitori di tamburo, li hanno perfettamente allineati e li hanno fatti sfollare nel più perfetto ordine. C'è da chiedersi qual è il prezzo che la Cina ed i cinesi hanno dovuto pagare per realizzare i progressi non solo atletici ed organizzativi ma di ogni tipo che stanno dimostrando ma è quasi inutile chiederselo, soprattutto in questo momento. Era scontato che si sarebbero impegnati sapendo di avere addosso gli occhi del mondo intero. Dovevano dimostrare che il loro sistema avrebbe concesso spazio allo sport ed alla gioventù, ci hanno fatto vedere i volti di molti bambini sorridenti, hanno colto l'occasione che con molto coraggio ed anche un pizzico di incoscienza i dirigenti del CIO hanno loro offerto sette anni fa con una scelta che indubbiamente presentava (e presenta) molti rischi. La sfilata, inevitabilmente troppo lunga ha seguito il solito rituale con la novità di un ordine alfabetico assolutamente anomalo per seguire la lingua locale. La nostra rappresentativa, guidata da Antonio Rossi, non si è distinta per compostezza ma senza esagerare ed ha suscitato, come sempre, molta simpatia. Ho voluto fare un piccolo calcolo ed ho trovato che ben 55 nazioni hanno scelto un rappresentante dell'atletica leggera come portabandiera. 19 hanno scelto un nuotatore, 13 uno judoka, 12 hanno presentato un sollevatore di pesi o un canoista, 10 hanno affidato la bandiera a un pugile, ad un tiratore o ad un lottatore.